La riforma Madia procede rapita e la riforma della Pubblica Amministrazione di decreto in decreto sta arrivando alla fine. Nell’ultimo Consiglio dei Ministri sono stati emanati alcuni decreti attuativi molto importanti, tra i quali quello che conferma la riduzione dei comparti e quello che modifica il modello di Scia, per la segnalazione di inizio attività. Quello però che farà sicuramente più discutere è la guerra agli assenteisti o ai “furbetti” che timbrano e vanno via dal lavoro. La sensibilità dell’opinione pubblica per questi casi di inadempimento degli obblighi del lavoratore è altissima ecco perché la risposta del Governo a questa anomalia lavorativa è durissima.

Ecco le novità e alcune considerazioni su quello che da oggi succederà per i Lavoratori Pubblici.

Mano pesante del Consiglio dei Ministri

Quante volte in televisione sono passate le immagini di quel dipendente pubblico che addirittura in mutande timbrava il suo cartellino e quello dei suoi colleghi e poi lasciava il posto di lavoro per farsi “gli affari suoi”? L’immagine data all’Universo dei lavoratori statali da quell’individuo è stata terribile, molti si sono indignati a vedere lavoratori fare quelle cose e magari restando impuniti. La figura del dipendente Statale esce sempre con le ossa rotte da casi del genere, a tal punto che ogni singolo dipendente passa per essere un lavoratore privilegiato.

Ma non tutti sono così, anzi c’è da giurare che i furbetti sono una minoranza, ma a fugare ogni dubbio sui privilegi di questi lavoratori, il Governo ha approvato un decreto particolarmente pesante. Un lavoratore beccato in comportamenti strani, sarà per 48 ore lasciato a casa, sospeso e senza stipendio, se si eccettua una piccola parte che servirà per questioni alimentari.

Nei successivi 30 giorni si completerà anche il procedimento disciplinare fatto di accusa e controdeduzioni. In definitiva, in 30 giorni si perderà il posto di lavoro, con un importante velocizzazione della procedura, che prima era di 120 giorni. In più, per il danno di immagine, potrebbero essere chiesti risarcimenti al lavoratore.

Per aver fatto fare una magra figura all’Ente Pubblico per cui lavora, al furbetto verranno chiesti 6 mesi di stipendio indietro.

Ma siamo sicuri che sia tutto perfetto?

Ad una prima lettura, diciamo superficiale, il decreto sembra una trovata per aumentare il consenso verso una parte di italiani (tantissimi) che come dicevamo, vedono con indignazione questi espedienti concessi ai lavoratori pubblici. La durezza del provvedimento è tale che impatterà anche sui dirigenti che sanno e fanno finta di non vedere, per i quali addirittura si rischia l’arresto. Uno dei problemi che si presenterà però è quello del giudizio. A chi sarà dato il compito di sancire la penalità da infliggere al lavoratore? La procedura si è snellita e velocizzata sicuramente, ma sarà sempre un giudice che pronuncerà la sentenza di “condanna” o di clemenza verso il lavoratore.

Probabilmente, più rilevanza mediatica sarà data ad una situazione del genere, giusta o sbagliata che sia, più pesante sarà il giudizio del giudice che è sempre un essere umano. La Legge Italiana, in più casi ed in più campi ha sempre il problema della certezza del reato e della certezza della pena. Siamo sicuri che il licenziamento rapido e la punizione esemplare non sarà usata in maniera troppo severa solo per rispondere all’opinione pubblica? Probabilmente, intervenendo dal punto di vista normativo sul lavoro pubblico, con interventi sui licenziamenti e sui contratti dei lavoratori statali, sarebbe stato meglio, anche se forse non avrebbe avuto questa risonanza mediatica. La velocità della nuova procedura anti-furbetti, fa da contraltare alla lentezza con la quale il CDM sta affrontando la vicenda del rinnovo del contratto. Rinnovare il contratto come decise la Consulta e magari inserendo vincoli per combattere il fenomeno degli assenteisti forse poteva essere una soluzione più equa.