Dove andrò a lavorare? Dove andrò a vivere? Come faccio con i miei cari? Domande che i circa 200mila insegnanti della mobilità –coloro che hanno fatto richiesta per il trasferimento nei prossimi tre anni – si pongono quotidianamente, messe nuovamente in discussione dal cervellone del Miur che, proprio nella fase clou (quella in cui avrebbe dovuto fornire al popolo degli insegnanti “mobili” le risposte che si aspettavano), è andato in tilt. Rispetto alla data prevista per infanzia e primaria del 26 luglio infatti, solo dopo circa 24 ore il “cervellone” ha ripreso a funzionare a dovere inviando le comunicazioni via email a tutti i prof interessati.

Mistero sui motivi del ritardo anche se non sono mancate le scuse del Miur che forse hanno contribuito ad esacerbare i già furenti animi dei professori.

“Nessun pressapochismo”, le scuse del MIUR

“Il ministero si scusa per il ritardo rispetto alle iniziali indicazioni per la pubblicazione”, hanno dichiarato da Viale Trastevere, sottolineando come essendo la mobilità di quest’anno “straordinaria”, “straordinaria è stata anche nei tempi e nei numeri”. Nessun cenno circa le cause del ritardo attribuito alle difficoltà incontrate dal sistema informatico nella gestione delle domande di trasferimento, ma dal Miur ci tengono a precisare che non c’è stato “nessun pressapochismo”, così come “nessun cervellone in tilt o disfunzione”, secondo quanto si sono affrettati a concludere sindacati e associazioni.

I motivi del ritardo atterrebbero dunque a una “procedura complessa” che, purtroppo, è lontana dall’essere ultimata: il 3 agosto toccherà infatti agli elenchi delle scuole medie e il 13 a quelli delle superiori, scongiurando nuovi intoppi.

Mobilità e chiamata diretta, tempi risicatissimi

Mentre i sindacati attaccano drammatizzando sul fatto che – giustamente – ci sono in gioco “fattori importanti nella vita delle persone per cui la questione non possa essere minimizzata come mero intoppo tecnico”, non si può perdere di vista il fatto che ancora una volta al Ministero è in corso una vera e propria battaglia contro il tempo: il 29 luglio partirà infatti la chiamata diretta che costringerà i presidi a vagliare in tempi strettissimi una mole di curriculum che potrà aggirarsi anche attorno ai 50/60 per Scuola: un superlavoro per dirigenti e segreterie che rischia, ancora una volta di andare a danno dei docenti stessi.

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