Negli scorsi articoli abbiamo analizzatole nuove considerazioni inserite all'interno del XV rapporto annuale Inps in merito alle pensioni di anzianità e alle nuove anticipate previste dalla Riforma Fornero. Ma tra i temi toccati dal dossier presentatodal Presidente Tito Boeri non è mancato un richiamo alla realtà delle penalizzazioni che proprio la legge 214/2011 ha previsto per coloro che hanno raggiunto il requisito contributivo previsto per l'uscita anticipata senza aver compiuto il sessantaduesimo anno di età. Sulla base di quanto previsto con la normativa, ai pensionandi con queste caratteristiche sarà applicata infatti una penalizzazione che andrà ad impattare l'importo del futuro assegno: entriamo nello specifico della questione per capire di cosa si tratta e qual è il commento presentato nel rapporto Inps al riguardo.
Pensioni anticipate e penalizzazione: come cambia la quota retributiva
Partiamo prima di tutto dal definire l'oggetto della penalizzazione, ricordando che quest'ultima andrà a colpire in particolare la quota retributiva della futura pensione. Definito questo punto, vediamocome funziona effettivamente l'applicazione delle trattenute. "In particolare, la quota retributiva della pensione subisce una riduzione pari a un punto percentuale per ogni anno di anticipazione nell’accesso al pensionamento rispetto all’età di 62 anni. Tale percentuale è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto ai due anni", si legge all'interno del rapporto Inps. Secondo l'istituto, "il nuovo requisito di anzianità contributiva previsto (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini nel triennio 2016-2018) non impedisce l’accesso al trattamento pensionistico ad un’età inferiore a 62 anni, ma assume valore di parametro per l’eventuale applicazione di una penalizzazione, volta a disincentivare le richieste di pensionamento anticipato, a prescindere dal periodo in cui si colloca la contribuzione".
Prepensionamenti: lavoratori davanti a scelta su cui riflettere
Proprio i nuovi meccanismi di penalizzazione nell'accesso anticipato al pensionamento pongono i lavoratori davanti ad una scelta su cui riflettere con attenzione. Lo sottolinea l'Inps, ricordando che "I lavoratori considerano con attenzione le possibilità che l’ordinamento offre di poter ottenere la pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile, ma con la stessa attenzione valutano e sono disincentivati dalla prospettiva di una riduzione, talvolta anche forte e permanente, della propria pensione".
Infine, per fare il punto della situazione l'Inps ricorda anche che "l’età media dei lavoratori che hanno fruito della pensione anticipata si abbassa sensibilmente tra il 2014, anno in cui erano in vigore le penalizzazioni e il 2015, primo anno in cui la legge ha previsto una sospensione dell’applicazione delle penalizzazioni stesse (per gli uomini si passa da 63,3 a 62,2).
L'analisi sui comportamenti tenuti dalle lavoratrici nell’utilizzo della cosiddetta “opzione donna” rafforza queste affermazioni, potendosi, peraltro, basare su dati anche più consolidati".
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