"La riforma del 2011 ha avuto un forte impatto sull’esercizio dell’opzione donna. L’utilizzo è cresciuto esponenzialmente dal 2012 in corrispondenza all’inasprimento dei requisiti per l’accesso al pensionamento introdotto dalla legge n. 214, che, come già illustrato, ha colpito in particolar modo proprio le donne". Lo afferma il rapporto annuale Inps 2015, commentando l'opzione di pensionamento aperta alle donne dal 2008 tramite l'articolo I comma 9 della legge n. 243/2004. La sperimentazione ha visto una crescita graduale ma continuativa nelle adesioni delle lavoratrici, così com'è possibile riscontrarenella tabella realizzata dalla stessa istituzione pubblica ed inserita all'interno del dossier presentato dal Presidente Inps Tito Boeri.
Secondo i dati,il numero complessivo di donne che hanno fatto ricorso allo strumento di anticipo della quiescenza corrisponde a 47681 per le gestioni private e a 16973 per quelle pubbliche. Resta ovviamente l'incognita per quanto accaderà nel corso del 2016, proprio in considerazione del crescente interesse manifestato verso questa possibilitàe considerando il continuo inasprimento dei parametri di uscita dal lavoro verificatosi negli ultimi anni.
Riforma pensioni e OD: come funziona il meccanismo di prepensionamento
Stante la situazione, è opportuno ricordare che l'accesso anticipato all'Inps con l'opzione donna avviene per molte lavoratrici a caro prezzo. La penalizzazione necessaria da sopportare per poter fruire dello strumento prevede infatti l'accettazione del ricalcolo contributivo dell'assegno erogato dall'Inps.
Ricordiamo che la determinazione della mensilità Inps secondo questo meccanismo passa perl'applicazione di rigidi coefficienti di conversione del montante effettivamente accumulato (composto dall'insieme dei contributi accantonati durante la vita lavorativa). I coefficienti sono però strettamente correlati con l'età anagrafica della pensionanda, pertanto maggiore è l'anticipo e più elevata sarà la penalizzazione rispetto ad un calcolo misto con il sistema retributivo.
Se poi consideriamo che l'opzione donna è spesso adottata da coloro a cui mancano ancora parecchi anni rispetto alla data di pensionamento, ci rendiamo conto di quanto possa essere soffertaper la lavoratrice la scelta di adoperare l'istituto dell'opzione donna.
Anticipate Inps e legge243/2004: la penalizzazione ha limitato le domande di uscita dal lavoro
Proprioin merito alla considerazione appena fatta, il rapporto Inps sottolinea come il ricalcolo contributivo ha sicuramente determinato la scelta di non ricorrere all'opzione per molte lavoratrici. "Sono le più giovani, e dunque quelle più distanti dal raggiungimento dell’età pensionabile, che presentano una maggiore propensione a scegliere questo canale di uscita: oltre il 66% delle optanti ha tra i 58 e i 59 anni di età" sottolinea l'Inps all'interno del XV rapporto annuale. "Complessivamente, però, anche per l’anno di picco solo il 20% circa delle donne che avrebbero potuto esercitare l’opzione lo ha fatto.
L’entità della penalizzazione, dunque, è tale da aver limitato l’utilizzo dell’opzione donna, pur consentendo lo strumento un forte anticipo dell’accesso a pensione".
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