Il tema pensioni sarà ancora una volta oggetto di un incontro istituzionale al Ministero del Welfare. Stavolta l’attenzione si sposterà sulle coperture economiche dell’operazione flessibilità perché durante tutti gli altri incontri fin qui avuti, il tema delle risorse da destinare al capitolo previdenza non è stato affrontato. Infatti, sia durante gli incontri pubblici, che in quelli a porte chiuse, si è parlato molto di APE, precoci, usuranti e di altre problematiche dei pensionati, ma mai di cifre da stanziare nella prossima Legge di Stabilità.
Intanto il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Damiano, chiama a raccolta il PD su quella che viene definita “Agenda Sociale”, una serie di interventi che abbracciano oltre alla previdenza sociale, anche il mondo del lavoro.
La quantificazione delle risorse
Con tutta probabilità, al prossimo incontro ufficiale del 29 luglio, la discussione sarà prettamente politica. Bisognerà iniziare a quantificare le risorse necessarie per coprire le problematiche del sistema pensionistico e lavorativo italiano. Infatti, se è vero che gli interventi di cui si parla oggi, dall’APE all’anticipata per i precoci, dovranno per forza di cose entrare nel calderone della manovra finanziaria di autunno, bisognerà vedere che risorse saranno destinate a questi interventi.
Iniziare a parlare di cifre significa iniziare a fare le cose sul serio, passare dalle parole ai fatti ed affrontare quello che è sempre il problema maggiore quando si parla di interventi previdenziali. Dando per scontato che il Governo cercherà quanto più di evitare di cacciare troppi soldi (che oggi non ci sono), anche sull’APE, che sembrava un intervento a costo zero per le casse statali, qualcosa deve essere destinato.
Il prestito bancario riduce i costi per le casse statali, ma le soluzioni per ridurre la rata a disoccupati, famiglie numerose e Pensioni basse sottintende la necessità di trovare risorse a copertura. Senza parlare del finanziamento al possibile intervento a favore dei lavoratori precoci. Insomma, le cifre di cui non si è ancora parlato saranno l’indizio più importante sulle future mosse del Governo.
L’Agenda Sociale di Damiano
La soddisfazione generale con cui sono stati portati a termine i precedenti incontri, probabilmente sarà messa a serio rischio dalla quantificazione delle risorse. Per esempio, il segretario della Spi-CGIL, Pedretti, dopo lo scetticismo dimostrato dalla Camusso, ha già avvisato che se le risorse destinate saranno ritenute insufficienti, si tornerà alla mobilitazione. Anche dal punto di vista politico, le risorse saranno l’ago della bilancia più importante. Damiano infatti ha chiamato a raccolta il PD sulla sua Agenda Sociale, un insieme di interventi su pensione e lavoro che devono dare risposta alla popolazione ma anche ai militanti del partito dimostrando per una volta la coesione del PD sui temi di maggiore interesse.
L’Agenda di Damiano parla di flessibilità, con 4 anni di anticipo, la quota 41 senza penalizzazioni e senza limiti di età, le ricongiunzioni onerose da eliminare, il ricalcolo delle pensioni basse con estensione delle quattordicesime e l’indicizzazione degli assegni. L’attenzione di Damiano inoltre è per le pensioni future e per i giovani che avranno assegni più bassi perché avranno pensioni calcolate con il contributivo senza integrazione al minimo. Proprio sulle problematiche della transizione tra sistema retributivo e sistema contributivo e sui danni che ha lasciato bisogna intervenire subito. Il lavoro ai giovani che potrebbe essere la conseguenza della flessibilità in uscita ed il ridurre le disparità sociali che la crisi ancora non superata ha ampliato, sono gli altri punti elencati dal Presidente della Commissione che tra l’altro auspica una soluzione prima del referendum costituzionale.