Uno degli argomenti più discussi in queste ultime ore nella rete social è, senza alcun dubbio, quello relativo all'accordo Miur-sindacati per la sequenza contrattuale della chiamata diretta dei docenti: molti insegnanti ritengono, infatti, che la sottoscrizione dell'intesa vada contro la logica dell'iniziativa riguardante i quattro quesiti referendari che intendono abrogare altrettanti punti critici della Buona Scuola, tra i quali figura proprio la questione relativa alla chiamata diretta.
Ultime news scuola, martedì 12 luglio 2016: Gilda 'Non firmiamo contratto sulla chiamata diretta'
A questo proposito, la Gilda insegnanti ha emesso un comunicato (apparso sulla Gilda Venezia) attraverso il quale comunica che non firmerà il contratto riguardante la chiamata diretta. Non è la prima volta che la Gilda decide di 'staccarsi' dalle più importanti sigle sindacali (Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal), visto che, già in occasione del contratto sulla mobilità, Gilda si era autoesclusa dalla trattativa.
I motivi di tale presa di posizione sono proprio da ricondursi al prossimo CCNI sulla mobilità, quello relativo all'anno scolastico 2017/2018: la Gilda, infatti, aveva proposto di rimandare la questione della chiamata diretta, proprio perchè, di fatto, questa diventerà la base per la futura mobilità dei docenti.
Gilda 'Criteri mini bando dovevano essere decisi dal Collegio dei docenti'
Il sindacato, inoltre, contesta il fatto che nel contratto si parli di criteri a discrezione del dirigente, seppur questi dovranno attenersi a quanto stabilito nel PTOF: sarebbe opportuno, invece, che la 'discrezione' del dirigente venga sostituita da un 'parere obbligatorio e vincolante del Collegio dei docenti'.
La Gilda, in pratica, ritiene che i criteri sui quali sarà basato il mini bando emanato per l'attribuzione dei posti debbano essere scelti direttamente dal Collegio dei docenti e non secondo i criteri nazionali riguardanti il possesso di alcuni titoli e su criteri, scelti dal dirigente, inseriti nel PTOF.Gilda, inoltre, ritiene che tale procedura, seppur presenti delle 'limitazioni importanti' rispetto a quanto contenuto nella legge 107, si ponga, comunque, in una posizione di contrasto rispetto alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo.