Trapelano le prime cifre della richieste dei sindacati per il blocco dei contratti dei pubblici impiegati, ormai fermi alla firma di sette anni fa. Con la riforma della Pubblica amministrazione della Madia, sindacati e tecnici del ministero della Funzione pubblica torneranno alla trattativa già da settembre con cifre alla mano sulla perdita di stipendio per il non rinnovatocontratto e varie simulazioni sull'entità dellaspesa pubblica, alla stregua della maggiore o minore flessibilità concessa da Bruxelles. Facendo due conti, serviranno non meno di 7 miliardi di euro da stanziare nella prossima legge di Stabilità per andare incontro alle richieste degli statali e per dar seguito a quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale che, nel giugno di un anno fa, dichiarò illegittimo il blocco stesso.

Riforma Pa Madia, di quanto potrebbero aumentare gli stipendi?

I trecento milioni di euro messi dal Governo Renzi per il rinnovo del contratto nella legge di Stabilità 2016 appaiono, dunque, poca roba di fronte alle necessità di rivedere le retribuzioni. In attesa ci sono tre milioni di statali ed altri cinque del settore privato. Proprio il confronto tra impiego pubblico e privato è riportato nel calcolo fatto dalla Cisl Funzione Pubblica che sottolinea i livelli di retribuzione del pubblico impiego tornati ormai a quelli del 2001. Quindici anni fa, un lavoratore statale aveva un reddito medio annuale di 4.300 euro superiore a quello di un lavoratore della manifattura, mentre oggi intasca mille e trecento euro in meno.

Riforma Pubblica amministrazione 2016: per il Codacons statali hanno persooltre 10 mila euro

Negli anni in cui il contratto non si è rinnovato, dunque, lo Stato ha risparmiato circa undici miliardi, ma gli statali hanno perso dai tre ai cinquemila euro ciascuno, esclusi i contributi.Nel dibattito si è inserito anche il Codacons che sta promuovendo una class action al Tribunale amministrativo del Lazio per un giusto indennizzo dei lavoratori statali.

Secondo i calcoli dell'associazione in difesa dei diritti dei consumatori, ciascun impiegato pubblico avrebbe perso, tra il 2010 ed il 2015, diecimila e quattrocento euro per il mancato aggiornamento dello stipendio. Numeri ben al di sopra di quelli della Cisl Funzione pubblica.