"L'idea del prestito non convince". Il nuovo commento riguardo l'anticipo pensionistico(conosciuto anche come APE)arriva da parte del Segretario generale Cgil Susanna Camusso.Il tavolo di confronto aperto con il Governo continua quindi a presentare aspetti di criticità che attendono di essere risolti, mentre si avvicina la scadenza di settembre entro la quale è necessario giungere ad un accordo per poter tradurre il provvedimenti all'interno della legge di stabilità 2017. La sindacalista ha espresso le proprie perplessità in merito all'approccio scelto dai tecnici dell'esecutivodurante la trasmissione televisiva Agorà del canale Rai 3, spiegando che "non funziona questa idea che andare in pensione sia un desiderio dei singoli, chiamati allora a fare dei sacrifici".

Il problema è che il disagio sociale di stampo previdenziale è ormai diffuso e riguarda la collettività, anche perché sono molti i lavori che divengono eccessivamente pesanti in età avanzata. Si pensi ad esempio alla situazione vissuta dagli edili o dai vigili del fuoco, ha ricordato l'esponente della Cgil.

Riforma pensioni: serve definire un nuovo sistema di flessibilità

In merito al problema delle uscite anticipate, Susanna Camusso ha poi ricordato che serve costruire un "sistema di flessibilità" centrato attorno al lavoratore. In questo senso, una volta che il sistema è stato creato, sarà allora compito del pensionando decidere se anticipare l'uscita dal lavoro, anche sulla base del reddito pensionistico che si sarà costruito nel corso degli anni tramite i versamenti effettuati ed il montante accumulato.

Ma la scelta di fruire di un meccanismo di welfare utile al prepensionamento deve comunque essere disponibile per chi si trova ad arrivare in età avanzata, posto il forte irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi di uscita avvenuto con le riforme degli ultimi anni.

Uscite anticipate: i dubbi sul pensionamento tramite prestito Inps

Stante la situazione, proprio per le premesse appena fatte la sindacalista ha voluto sottolineare tutti i propri dubbi in merito al meccanismo del prestito. "Non si capisce perché il lavoratore debba autoprestarsi la pensione" ha evidenziato l'esponente della Cgil, spiegando che non è sufficiente motivare l'Ape sul fatto che esista un automatismo normativo votato a "prevedere che diventeremo sempre più anziani, soprattutto se non si tiene conto di quando abbiamo iniziato a lavorare e per quanti anni".

Un elemento che ha contribuito a creare evidenti distorsioni nel corso del tempo, com'è avvenuto ad esempio nel caso dei lavoratori precoci, rimasti bloccati fuori dal pensionamento nonostante diversi decenni di versamenti alle proprie spalle e l'avvio della propria storia contributiva in giovane età.

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