Le prime misure per la riforma Pensioni, finalizzate a introdurre una maggiore flessibilità in uscita verso la pensione anticipata, sono in arrivo con un provvedimento che sarà predisposto dal Governo Renzi già subito dopo l'estate, a settembre. A confermarlo è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Stefano Nannicini.
Previdenza, il Governo Renzi rassicura: a settembre arriva l'Ape
"Come nelle precedenti leggi di stabilità - ha detto Stefano Nannicini parlando della legge di bilancio 2017 in un'intervista pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore fa - anche la prossima legge di bilancio sarà caratterizzata da un mix di interventi strutturali di riforma - ha spiegato coordinatore per la politica economica di Palazzo Chigi - che possono rilanciare il Paese e misure congiunturali che diano subito ossigeno a famiglie e imprese".
Un intervento sul fronte previdenziale che sarà portato a termine poi con i provvedimenti e le relative coperture finanziarie nel quadro della legge di bilancio. L'obiettivo dell'esecutivo, intanto, è quello di chiudere al più presto la partita dell'Anticipo Pensionistico (Ape) che prevede l'uscita anticipata per gli over 63 mediante un prestito ventennale.
L'Anticipo Pensionistico è un prestito ventennale per gli over 63
Una misura ampiamente sostenibile visto che costa poco o niente rispetto alle altre soluzioni per la flessibilità in uscita proposte dal presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano e dal presidente dell'Inps Tito Boeri che sono certamente più in sintonia con i sindacati che al tavolo di confronto col governo reclamano i prepensionamenti senza penalizzazioni, nonché soluzione ad hoc per risolvere le questioni aperte sul fronte previdenziale; dalla salvaguardia esodati all'estensione di opzione donne, dalla quota 41 per i lavoratori precoci alle ricongiunzioni pensionistiche gratuite.
Il sottosegretario Nannicini ha parlato anche dei contributi alle imprese sulle nuove assunzioni, spiegando sostanzialmente che la misura non può diventare strutturale e definitiva. "Non si può prevedere una decontribuzione così forte in modo permanente - ha detto Nannicini nell'intervista a Il Sole 24 Ore - perché il rischio è quello di fare il contrario di quello che fa il Jobs act, cioè - ha puntualizzato il sottosegretario - creare un turn over drogato della forza lavoro".