Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri sera a Palazzo Chigi e ha approvato il decreto legislativo con disposizioni integrative e correttive del Jobs act, relativamente al lavoro accessorio, per garantire la piena tracciabilità dei voucher. Gli imprenditori non agricoli o professionisti che intendono avvalersi di tali prestazioni sono tenuti a comunicare all'Ispettorato del lavoro, almeno un'ora prima dell'inizio, con un sms o un messaggio di posta elettronica, i dati del lavoratore o il codice fiscale, nonché luogo e giorno d'inizio e fine della prestazione.

Gli imprenditori agricoli devono comunicare gli stessi dati e la durata della prestazione, con riferimento a un arco temporale che non può superare i tre giorni. Le violazioni sono punite con una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 2 mila e 400 euro per ogni lavoratore di cui è stata omessa la relativa comunicazione.

Copertura assicurativa e previdenziale

Il lavoro accessorio è una prestazione che non è affatto riconducibile a un tipico contratto di lavoro ed è svolta in maniera saltuaria. Il pagamento è effettuato attraverso i voucher, noti anche come "buoni lavoro". Il valore netto di un voucher da 10 euro è di 7,50, compenso minimo di un'ora, "salvo che per il settore agricolo", dove viene considerato il contratto di riferimento, si legge sul sito dell'Inps, Istituto nazionale di previdenza sociale.

C'è la copertura assicurativa presso l'Inail, Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, nonché quella previdenziale presso l'Inps. Il lavoro accessorio non dà diritto, però, a malattia, assegni familiari, maternità, disoccupazione e altre prestazioni a sostegno del reddito. Tale lavoro è riconosciuto, invece, ai fini del diritto alla pensione.

I vantaggi

I vantaggi per il committente sono diversi e tutt'altro che trascurabili: fra i più importanti, il beneficio di prestazioni nella massima legalità, senza dover siglare un contratto e senza correre il rischio di dolorose vertenze. Il lavoratore può arrotondare le entrate grazie a tali prestazioni occasionali. Il compenso, che non influisce sullo stato di disoccupazione, è completamente esente da imposizioni fiscali ed è cumulabile con trattamenti pensionistici ed eventuali versamenti volontari.

I limiti

I committenti possono essere non solo imprenditori, anche enti senza fini di lucro e famiglie. Il ricorso ai "voucher", limitato al rapporto diretto tra lavoratore e utilizzatore, nel caso di società appaltatrici di servizi è possibile solo per attività di stewarding durante partite di calcio. Possono svolgere lavoro accessorio pensionati, studenti nei periodi di vacanza, cassintegrati, titolari d'indennità di disoccupazione, lavoratori a tempo parziale, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici e privati, immigrati in possesso del permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa. Previsti limiti economici per il lavoratore, per il 2015 compenso massimo di 7 mila euro netti, 9 mila e 333 euro lordi, con riferimento a tutti i committenti.