I buoni da 10 euro, con cui vengono retribuite le prestazioni di Lavoro occasionale, fanno registrare un significativo aumento. Nei primi sette mesi, stando ai dati dell'osservatorio sul precariato dell'Inps,sono stati venduti 83,4 milioni di voucher, +36,2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato molto preoccupante in virtù anche del fatto che come previsto dalle convenzioni internazionali, basta un'ora di lavoro settimanale per essere magicamente considerato occupato.

I numeri dell'occupazione 'drogati' dai voucher

L'abuso dei vouchergonfia immancabilmente i dati sull'occupazione perché come già detto basta aver lavorato solamente un'ora settimanale per essere fuori dalle fila dei disoccupati.

Ovviamente i numeri fanno vedere sotto un'altra luce i dati sulla disoccupazione diffusi dall' Istat e salutati dal governo Renzi come un grande successo del "jobs act". Di conseguenza, l'aumento della vendita dei voucher ed il miglioramento dei dati sull'occupazione è diretto.

L'utilizzo dei voucher ha avuto inizio dopo la riforma Fornero del 2012, il fine dell'utilizzo di questi buoni era quello di pagare i lavoratori stagionali o occasionali come ad esempio camerieri o braccianti agricoli. Con l'introduzione del jobs act è stato incentivato l'utilizzo innalzando da 5 mila euro a 7 mila euro il reddito percepibile tramite i voucher. I percettori sono così passati dai 24 mila del 2008 agli 1,4 milioni del 2015.

Numeri eloquenti su come ci sia in atto un vero abuso di questo nuovo sistema di retribuzione.

La denuncia dei sindacati

I sindacati denunciano come molti datori di lavoro attivino il voucher solamente quando scattano i controlli, in questo modo si maschera il lavoro nero. A tal proposito il governo varò a giugno un decreto correttivo di cui è attesa l'approvazione definitiva.

Il nuovo sistema impone la tracciabilità: il datore di lavoro dovrà inserire il codice fiscale del lavoratore oltre alla data ed alluogo dove verrà svolta la prestazione. Per i sindacati non basta, e chiedono al governo che sia fissato un tetto massimo di ore che una azienda può retribuire tramite il sistema dei voucher.

L'andamento dei contratti stabili

Secondo l'Istituto di previdenza i contratti stabili stipulati sono 972.946 a fronte di 896.622 cessazioni di contratti stabili, con un saldo positivo di appena 76.324 unità. Il dato quindi è peggiore dell' 83,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. A fronte di questi risultati non sorprendono le dichiarazioni del sottosegretario Tommaso Nannicini, secondo cui l'esonero contributivo potrebbe restare in vigore solo per i giovani o addirittura solo per le assunzioni al Sud.