Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 22 settembre si rivolgono alla platea dei lavoratori precoci e alle indiscrezioni sull'aumento della quattordicesima, misura che dovrebbe rientrare nella prossima riforma delle Pensioni per il 2017. Come già anticipato ieri, il confronto del 21 è slittato alla prossima settimana, a martedì 27, quando, presumibilmente, verranno tirate le fila del pacchetto previdenziale da 2 miliardi di euro, che oltre a contenere la pensione anticipata a 63 anni (Ape) vanterà al suo interno l'abolizione delle ricongiunzioni onerose.

Pensioni, resta il nodo dei lavoratori precoci e della quattordicesima

Le ultime notizie sulle pensioni fanno riferimento all'articolo apparso ieri sul sito de La Stampa che tratta il problema del prepensionamento dei precoci. Lo stesso leader della Cgil, Susanna Camusso, al termine del precedente incontro aveva definito la questione come fondamentale in vista del nuovo confronto con il governo. Il rinvio di ieri ha preoccupato, e non poco, i lavoratori, ma, al momento, non c'è alcuna correlazione tra rinvio ed eventuale cancellazione del dossier a loro dedicato.

Un'ulteriore conferma dei passi in avanti compiuti dall'esecutivo verso tale categoria è rappresentata dalle numerose indiscrezioni che circolano nelle ultime ore sul bonus contributivo per i precoci.

A parlarne, ancora una volta, è stato il quotidiano La Stampa, quasi a voler ribadire le intenzioni del governo circa la risoluzione, in parte, del problema che affligge un numero consistente di lavoratori.

Si tratta di un bonus per i veri precoci, coloro cioè che hanno maturato un anno di contributi prima del compimento della maggiore età.

Tale provvedimento, nei casi limite, porterebbe il pensionando ad anticipare la sua uscita di 24 mesi qualora abbia maturato 4 anni di contributi tra i 14 e 18 anni di età. Con un esempio pratico, visto che l'età limite, oggi, è fissata a 42 anni e 10 mesi, con un bonus di 6 mesi di anticipo per ogni anno di contributi, il lavoratore precoce che ha lavorato per 4 anni prima dei 18 anni andrebbe in pensione due anni prima, quindi a 40 anni e 10 mesi.

Ripetiamo, è un caso limite, in quanto è difficile trovare una persona che abbia 4 anni di contributi entro i 18 anni. Poniamo dunque il caso che gli anni di contributi siano due. Calcolando un bonus di 6 mesi per ogni anno, i precoci che rientrano in tale fascia andrebbero in pensione a 41 anni e 10 mesi. Non è la quota 41 di Cesare Damiano, richiesta a gran voce per tutti questi mesi, ma le si avvicina.

Focus infine sull'aumento della quattordicesima, le cui risorse sono destinate al miliardo di euro destinato ai pensionati, coloro cioè che sono già andati in quiescenza. Di questo miliardo, 700 milioni di euro saranno destinati, appunto, al rafforzamento delle pensioni più deboli, sia attraverso l'estensione della 14esima sia con l'innalzamento della no tax area, provvedimento a cui saranno destinati poco più di 250 milioni di euro.

Dei 700 milioni per la misura sulla quattordicesima, circa il 30 per cento sarà destinato a coloro che percepiscono l'assegno extra a luglio con una pensione di importo massimo a 750 euro, il restante 70 per cento dei 700 milioni di euro verrà invece destinato a coloro che percepiscono un'assegno previdenziale compreso tra i 750 e 1000 euro. Per avere aggiornamenti sulla questione dei precoci e sulla 14 esima cliccate Segui in alto a destra.