Raggiunta l'intesa sulla riforma Pensioni tra il Governo Renzi e i sindacati. Ha portato buoni frutti il tavolo di confronto sollecitato dalle parti sociali e avviato quattro mesi fa dall'esecutivo. Dopo il varo della nota d'aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) e in attesa della discussione della legge di Bilancio, siglato oggi un protocollo d'intesa sulla riforma pensioni tra il governo e le organizzazioni sindacali. I contenuti dell'accordo raggiunto sono stati illustrati durante una conferenza stampa a margine dell'incontro di oggi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Nannicini e dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti.

Pensioni: dall'Ape a Quota 41, le novità in arrivo

Anche i leader dei sindacati hanno espresso le loro posizioni dichiarandosi soddisfatti dell'intesa raggiunta. “La prima cosa importante - ha sottolineato il leader della Cgil Susanna Camusso - è che sono stati vincolati sei miliardi per tre anni al capitolo previdenza". "Finalmente si danno risposte ai pensionati e ai pensionandi - ha detto il segretario generale Ivan Pedretti dalla sua pagina facebook al termine dell'incontro con il governo - con interventi sulla quattordicesima, sulla no tax area, sui lavori usuranti, sui lavoratori precoci e sulle ricongiunzioni onerose".

Ecco cosa prevede l'accordo per i pensionandi. Più flessibilità in uscita dal lavoro con l'Ape, l'Anticipo pensionistico introdotto in via sperimentale per due anni.

La formula è quello del prestito previdenziale, la misura è rivolta ai lavoratori ai cui mancano sino a 3 anni e 7 mesi per raggiungere i requisiti previsti dalla legge Fornero per l'accesso alla pensione di anzianità. L'Ape social consentirà invece l'uscita anticipata gratuitamente per le categorie più disagiate. Per la riunificazione dei contributi pensionistici versati in più casse previdenziali non si pagherà più niente, le ricongiunzioni pensionistiche saranno gratuite non più onerose.

Allargate le maglie dei lavori usuranti, adesso la platea sarà più ampia ma verrà definita da esecutivo e parti sociali nei prossimi giorni. In ogni caso potrà accedere al pensionamento anticipato di un anno o un anno e mezzo anche i lavoratori che hanno svolto lavori usuranti per un minimo di sette anni negli ultimi dieci anni di attività lavorativa.

Capitolo lavoratori precoci. Chi ha versato almeno un anno di contributi anno prima di aver compiuto 19 anni, è disoccupato e senza il sostegno alcun ammortizzatore sociale, o che si trova in gravi condizioni di salute tali da determinare disabilità o lavoratori impegnati in lavori gravosi, potranno accedere al pensionamento con 41 anni di anzianità contributiva. Ecco dunque la Quota 41 ma non per tutti. In ogni caso, la platea dei beneficiari della formula Quota 41 sarà nei prossimi giorni oggetto di nuovi approfondimenti.

Queste le misure per i pensionandi, ecco invece quali sono quelle per i pensionati. Bonus quattordicesima sulle pensioni minime: cresceranno gli assegni dei pensionati con un reddito mensile sino a 750 euro, riceveranno la 14esima pure i pensionati con un reddito sino a 1.000 euro mensili, per loro è la prima volta.

Infine si amplia la no tax area pensionati: quelli che hanno redditi sino a 8.100 euro annui non pagheranno più tasse, né quelle locali né quelle nazionali. Questa la riforma pensioni targata Renzi che vedrà la luce con la prossima legge di Bilancio che sarà approvata a metà ottobre.