I Concorsi Pubblici truccati o quelli che incarnano l’occasione perfetta per sistemare amici e familiari rappresentano la normalità delle cronache giornalistiche. In realtà si tratta di un’anormalità tutta italiana perché le anomalie riscontrate in tali selezioni pubbliche bandite da vari enti non sono altro che lo specchio di una corruzione dilagante che lascia poco spazio alle coincidenze.

Esiste sempre un modo per vincere un concorso senza studiare: ma solo se si ha la fortuna di poter sborsare molti soldi o se si è parenti del commissario di turno.

In tali casi ci si garantisce il posto fisso, eludendo la legge, alla faccia di tutti quelli che si sacrificano con lo studio, la fatica, l’impegno e il merito.

L’Anac prende posizione e attacca i concorsi su cattedre

Anche il presidente dell’Anac, Cantone ha denunciato apertamente quello che era ormai palesemente noto a molti: tutti i concorsi pubblici, nessuno escluso, sono al centro di sospetti di malaffare e affari di famiglia. C’è da dire, che oltre ai corruttori, non mancano di certo neanche i corrotti, cosi’ come dimostrano le moltissime lettere inviate all’Enac e poi girate alla Procura della Repubblica che denunciano le infinite vie dell’imbroglio.

In particolare sotto l'occhio attento del presidente Cantone ci sono finiti quei concorsi universitari che distribuiscono cattedre al nipote di turno.

Infatti le probabilità di superamento dei bandi universitari aumentano di molto nel caso di parentela con i professori dipendenti. Casi di raccomandazione e parentopoli dunque, anche negli Atenei. In barba a quella legge del 2011 del Ministro Gelmini che prescriveva un divieto di assumere nello stesso dipartimento parenti di docenti che fossero già in ruolo

Lo stesso Cantone infatti ricorda come in molte università del sud tra cui la Sapienza di Roma con 'il caso Frati' si continua ancora oggi a violare puntualmente tale legge.

Fatta la legge, trovato l’inganno dunque. Con il risultato di fornire ai più bravi e meritevoli l’opportunità di andare all’estero perché in Italia gli vengono sbarrate le strade.

Lunga la lista dei concorsi truccati e di quelli vinti con aiuti

Si allunga quindi, sempre di più la lista, delle inchieste aperte sui tanti concorsi pubblici rinominati ’concorsi farsa’ perché:

  • le prove d’esame sono conosciute in anticipo o sono impossibili da svolgere
  • si affermano corretti i compiti che invece non sono stati visionati
  • chi indice il concorso lo fa esclusivamente a immagine e somiglianza di un unico candidato
  • i commissari sono soggetti palesemente incompatibili o con uno specifico interesse amicale o familiaristico

Nella lista nera come non ricordare quello del 2014 -15 per l’accesso in Magistratura o di Notaio, dove furono dichiarati idonei temi pieni di errori di ortografia.

Il caso può eclatante che fini’ nel 2009 anche su “La Stampa” fu il concorso per allievi del Corpo Forestale. Allora infatti, tra i 500 vincitori c’erano figli di dirigenti, comandanti, uomini di vertice. Il caso ha voluto, neanche a farlo a posta, che molti furono assegnati nelle stesse stazioni dove comandano i loro genitori.

Nel 2013 concorso truccato anche alle Agenzie delle dogane. Allora addirittura uno dei commissari d’esame consegnò ad alcuni candidati delle gazzette ufficiali taroccate. Esse contenevano il tema integrale del concorso che doveva aprire le porte a 68 futuri dirigenti di seconda fascia. Fra i reati contestati il tentativo di abuso d’ufficio, mentre sotto perquisizione c'è anche un ufficio-segreteria della stessa Agenzia.

Recentemente invece ad esser truccati sono stati i concorsi per l’esercito. Nel mirino della Guardia di finanza le scuole di preparazione, che avrebbero aiutato i candidati a rispondere esattamente ai test, individuando le risposte esatte, attraverso uno speciale algoritmo. In tutto 9 i concorsi delle forze armate, indetti dal luglio 2015, e non in regola, tra cui anche quello per 559 agenti di polizia e quello per allievi agenti della Polizia Penitenziaria