La promessa di inserire in Legge di Bilancio, nel capitolo previdenziale, un provvedimento che cancellasse le ricongiunzioni onerose è stata mantenuta. Nella bozza di Legge di Bilancio che lo scorso 15 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato, c’è il cumulo gratuito dei contributi. Questo però non cancella del tutto l’anomalia del sistema previdenziale che chiede ai lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse previdenziali di pagare due volte i propri contributi. Per molti, infatti, l’unica soluzione resteranno le penalizzanti ricongiunzioni onerose o la totalizzazione.

Cumulo gratis, cos’è?

Come dicevamo, nella Legge di Stabilità è presente il cumulo gratuito. In maniera sintetica, questa misura consente a coloro che hanno versamenti in diverse casse previdenziali di sommare in una unica cassa i propri contributi, in maniera tale da ricevere una unica pensione. Le casse previdenziali comprese nella bozza, se non ci saranno novità adesso che verrà dibattuta in Parlamento, sono solo quelle delle gestioni interne all’INPS, come per esempio l’INPDAD, il Fondo Lavoratori Dipendenti o le casse Artigiani e Commercianti. Nel momento in cui un soggetto chiederà la pensione all’INPS, potrà avvalersi di questa opzione e come spiegato prima, ottenere una sola pensione che però sarà pagata in quota da ciascuna cassa.

Il cosiddetto Pro Rata, cioè con la quota di pensione calcolata singolarmente da ogni cassa, in base ai contributi in essa versati ed in base alle proprie regole pensionistiche. La somma di tutte queste rate di pensione saranno riunite nell’assegno previdenziale spettante al lavoratore, sia esso richiedente della pensione di vecchiaia che di quella anticipata.

In parole povere, i contributi potranno essere riunificati per rispettare il requisito minimo dei 20 anni per la vecchiaia, di 42,10 per la anticipata o tutti gli altri scivoli presenti nel sistema.

Lavoratori esclusi

Il vantaggio del cumulo gratuito è doppio, perché innanzi tutto chi rientra nella possibilità non dovrà pagare la ricongiunzione che in molti casi è salatissima.

In secondo luogo, il cumulo prevedendo il calcolo singolo di ciascuna cassa, non farà rientrare la pensione interamente nel sistema contributivo altamente penalizzante. Purtroppo però, l’opzione non è valida per i contributi versati nelle casse esterne all’INPS, quelle professionali come l’enasarco, molte Partita IVA, la Cassa Forense per gli avvocati o la Cassa Geometri. Il motivo per cui la possibilità non è stata allargata alle casse professionali e che probabilmente non permetterà di apportare modifiche nemmeno in Parlamento sono i costi che porterebbero oneri maggiori per le singole gestioni. In questi casi, le uniche possibilità resteranno le ricongiunzioni onerose e la totalizzazione e nel momento in cui il professionista vorrà andare in quiescenza, dovrà valutare bene quale delle due è più vantaggiosa.

Per le ricongiunzioni a pagamento, non si sommano solo le quote di pensione di ciascuna gestione, ma i contributi vengono riunificati come se fossero stati fin da subito versati nella cassa previdenziale scelta come quella che deve erogare la pensione. Bisognerà pagare però questa operazione con cifre che variano in base agli anni di contributi da spostare, all’età dell’uscita dal lavoro ed anche dal sesso del lavoratore. In molti casi si tratta di diverse decine di migliaia di euro, che spesso portano i lavoratori ad evitare di richiamare i contributi ed aspettare di raggiungere le soglie nella gestione ultima in cui versano. La seconda via sarebbe la totalizzazione, in questo caso gratuita, ma accettando che ogni singola cassa calcoli l’assegno con il sistema contributivo.

Ci sono però delle eccezioni, come per coloro che hanno contributi, in una delle casse dove hanno versato, tali da fargli raggiungere la pensione con le regole di quella cassa. In questo caso la parte di pensione proveniente da quella cassa sarebbe calcolata con il sistema retributivo più vantaggioso.