Le ultime novità riforma pensioni oggi 5 ottobrepartono sicuramente dalle dichiarazioni di Annamaria Furlan della Cisl che parla di 'svolta epocale' per quanto riguarda il confronto tra governo e sindacati sul tema previdenziale. Eppure, da più lati si mettono in luce tutti i punti deboli: la questione dei lavoratori precoci, con una riduzione eccessiva della platea, e la mancanza di confronto intorno agli esodati e alla proroga dell'Opzione donna. Il problema riguarda la strategia di Renzi: la nota di aggiornamento del DEF parte dall'idea di una crescita prevista per il 2017 dell'1%, previsione considerata oltre ogni possibile principio di realtà.

Insomma, la partita si gioca intorno a delle risorse che potrebbero, poi, in sede di stesura della legge di stabilità non esserci più. Ecco, allora, tutti gli approfondimenti del caso.

I punti deboli della riforma pensioni, novità oggi 5 ottobre

Le ultime novità riforma Pensioni oggi 5 ottobre non fanno altro che mettere in luce tutti i punti deboli dell'accordo raggiunto tra governo e sindacati: in questo senso, stupiscono le parole della Furlan sulla 'svolta epocale'. Innanzitutto, l'APE: il primo punto riguarda le penalizzazioni fino al 25%, considerate eccessive – come intende agire il governo? Il secondo punto riguarda l'APE 'social', quella 'gratis' per il lavoratore: si parla di alcune situazioni particolari, ma non si è ancora definita la platea.

C'è poi il nodo dei lavoratori precoci: Quota 41 soltanto per disoccupati, disabili e coloro che svolgono mansioni gravose – quali sono queste ultime? Ancora non è stato definito. Infine, silenzio assoluto su esodati e Opzione donna. Il problema, dunque, è che, al momento, si tratta soltanto di indicazioni, ma nulla di preciso è stato fornito.

Questa vaghezza è connessa alla situazione economica italiana e alla difficoltà nel reperimento delle risorse.

La strategia di Renzi per la riforma pensioni, novità oggi 5 ottobre

Per quanto riguarda la riforma pensioni, novitàarrivano da quella che può essere definita la 'strategia' di Renzi. Il premier deve licenziare la legge di stabilità e la riforma previdenziale poco prima della tornata elettorale per il referendum costituzionale: questa convergenza porta necessariamente Matteo Renzi ad aperture che non è chiaro se possano essere poi realizzate.

I dati sull'economia italiana non sono confrontanti: il DEF è partito dal fatto che l'Italia dovrebbe crescere dell'1% nel 2017, mentre tutti gli istituti non danno più dello 0,5%. Questo significa che, molto probabilmente, se non si attua una politica di solidarietà, la stessa riforma pensioni potrebbe uscire ridimensionata ancora di più, nel momento della pubblicazione della legge di stabilità. Un rebus per il premier che, anche se non si dovesse dimettere a seguito di una sconfitta al referendum, avrebbe comunque perso gran parte della sua credibilità politica. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.