Crescono le diseguaglianze di reddito disponibile tra i cittadini, mentre l'Italia spende il 29% del Pil nellaprotezione sociale pubblica. Il paradosso è stato registrato dall'ocse, che ha indicato come il Bel Paese rientri nelle prime quattro nazioni per spesa tra quelle analizzate, laddove la media si attesta invece al 22%. L'organismo internazionale sottolinea anche l'impatto dell'invecchiamento della popolazione, con le sole spese previdenziali che hanno raggiunto unaquota del 16% del Pil, sebbene la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico nel lungo periodo non sia messa in discussione.

Resta però ineludibile la questione della differenza dei redditi, con il coefficiente di Gini (il parametro che serve a misurare le disparità e le diseguaglianze) salitodallo 0,313 del 2007 allo 0,325 del 2014.

Non solo pensioni, ancora tanti i giovani Neet che non studiano e non lavorano

In merito ai dati rilanciati dall'istituto parigino, non sembra andare meglio per quanto riguarda la situazione dei più giovani. Secondo il rapporto, gli italianitra i 18 ed i 29 anni che rientrano tra i cosiddetti Neet (quindi senza lavoro e senza un percorso attivo nell'istruzione) rappresentano l'1,4% del Prodotto interno lordo, un dato che risulta tra i peggiori dopo quello espresso da Grecia e Turchia. Il fenomeno è cresciuto fortemente conla crisi economica ed il tasso effettivo dei Neet ha raggiunto ormai il 27%.

A conferma di ciò, l'80,6% dei giovani vive con i genitori, uno scenario che certifica l'importanza del welfare familiare ed il fatto di come il pilastro previdenziale pubblico possa rappresentare un sostegno indiretto esteso all'intera famiglia.

Uil contraria al rapporto Ocse: separare previdenza da assistenza

Contraria ai dati forniti dall'Ocse resta la Uil, che ritiene la rappresentazione fornita dall'organismo internazionale errata visto che non vengono separate le spese di assistenza da quelle destinate alla previdenza.

Nel dossier in arrivo dall'istituto parigino si sostiene infatti che "la spesa pensionistica italiana si attesterebbe al 16% del Pil", ma in questa percentuale è compreso anche il TFR (che risulta salario differito), tutto il costo del welfare e le altre voci che "non hanno niente a che vedere con la previdenza". Per l'Unione italiana dei lavoratori, la spesa pura per le Pensioni corrisponde al 10,15% del Pil e risulta inferiore alla media europea.

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