"Vorrei solo che queste persone dicessero due parole". Così Alessandro Di Battista, al termine dell'ultima tappa di ieri del suo Treno Tour, ha introdotto un gruppo di rappresentanti dei lavoratori precoci sul palco di Bari.

A intervenire, in particolare, un'iscritta al gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti: "Quello che chiediamo è di poter andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, senza alcuna esclusione di categoria né limiti anagrafici".

"Devo dire grazie a Di Battista perché non è la prima volta che sostiene la nostra personale battaglia", ha dichiarato la rappresentante in riferimento alla manifestazione del 18 ottobre a Montecitorio.

"Siamo attivi per combattere, non soltanto per noi precoci, ma anche per chi è stato licenziato, ha perso il lavoro, chi è esodato, chi ha raggiunto i 40 anni e per la legge Fornero non può andare in pensione".

"Io sono entrata nel mondo del lavoro a 19 anni, nel '75. Ho 39 anni di contributi e non posso andare in pensione, perché la legge Fornero me lo impedisce. La legge Fornero è quella stessa legge che impedisce ai giovani di fare il loro ingresso nel mondo del lavoro".

Critiche anche rispetto ai provvedimenti di APe e APe Social: "Ci dicono che le risorse non sono sufficienti, ma a quanto pare i soldi sono bastati per l'inserimento in Riforma di misure che raccoglieranno decisamente pochi consensi".

"Dal canto nostro, stiamo combattendo da Nord a Sud, istituendo comitati per dare voce ai nostri diritti. Ringraziamo il MoVimento 5 Stelle che ci affianca nella lotta".

L'intervento di Di Battista

"I fautori della Riforma hanno introdotto l'APe col preciso intento di portare i cittadini a indebitarsi con le banche", ha detto Di Battista.

"Mi rivolgo ora ai giovani: finché queste persone non andranno in pensione sarà impossibile per loro entrare nel mondo del lavoro, a meno che non lascino il Paese. Sono 104 mila i ragazzi che l'anno scorso hanno scelto di emigrare, quanto un'intera città: anche per questo diremo No".

Riforma Pensioni, la mozione di Nunzia Catalfo

Presentata nei giorni scorsi al Senato la mozione del Movimento 5 Stelle in materia di riforma Pensioni. A proposito dei precoci, il quarto punto recita come segue: "Pervenire nel più breve tempo possibile a una riforma del sistema pensionistico che tuteli le fasce più deboli. Tra questi i lavoratori che hanno già maturato 41 anni di contributi, per i quali dovrà essere predisposta una manovra che ne garantisca l'accesso al più presto. La misura dovrà estendersi al di là dei confini anagrafici".

Previsto inoltre l'innalzamento del trattamento pensionistico minimo fino a una cifra almeno superiore alla soglia di rischio povertà (indicatori ISTAT ed EUROSTAT), come pure la modifica dell'attuale soglia di no tax area sulla base degli stessi parametri.

Precoci ancora in protesta

Poco gradite sono state le recenti esternazioni di Giuliano Cazzola a proposito della legge Fornero. Per tutta risposta, i lavoratori impossibilitati ad andare in pensione proprio per via del blocco della vecchia riforma, hanno ampiamente rimostrato sui gruppi Facebook dedicati. L'invito a Cazzola è stato quello di non proporre come termine di paragone coi precoci il suo stesso status, perché "solo pochi privilegiati possono vantare un vitalizio come quello che l'Onorevole percepisce". Toni aspri anche da parte di Moreno Barbuti, amministratore del già citato gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti: "La sua uscita dal mondo del lavoro dopo poco più di 40 anni è stata frutto di una sua deliberata decisione.

Lotteremo con tutte le nostre forze perché anche a noi venga riconosciuta la stessa possibilità di scegliere quando andare in pensione".

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