Il nuovo contratto degli statali e l'adeguamento degli stipendi verranno fuori dalla riforma della Pubblica Amministrazione e, in particolare, dall'emanazione del Testo unico sull'impiego pubblico, in scadenza nei primi due mesi del 2017. L'iter è stato descritto dal responsabile dell'informazione della Cgil, Michele Gentile che ha sottolineato che la trattativa tra il nuovo Governo Gentiloni, la ministra della Funzione Pubblica, Madia e i sindacati non potrà procedere se non si dovesse mettere mano alla riforma Brunetta e a quella della Buona scuola di Renzi.
Contratto statali 2016, scadenza riforma della Pubblica amministrazione
Pertanto il punto cruciale del rinnovo del contratto degli statali e della riforma del pubblico impiego è, secondo la Cigl proprio l'approvazione del Testo unico. L'iter successivo prevede che la riforma passi per il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni del Parlamento, oltre alla Conferenza delle Regioni ed alla Conferenza unificata, passaggi necessari per evitare ulteriori bocciature dalla Corte costituzionale. Si arriverà, pertanto, a completare il procedimento per maggio 2017. Intanto, il Governo Gentiloni dovrà dare mandato all'Aran di portare avanti la trattativa sul rinnovo contrattuale con i sindacati.
Proprio dai sindacati viene, però, l'allarme di quanto stanno perdendo gli statali per il blocco delle trattative degli ultimi sette anni: il settore che maggiormente sta subendo perdite è quello della Scuola. Un blocco che, secondo il presidente dell'Anief Scuola, Marcello Pacifico, equivale ad un crollo delle retribuzioni.
Statali 2016, scuola: ecco quanto hanno perso docenti e Ata
Infatti, seguendo le stime dell'Anief, i docenti della scuola ed il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, nell'ultimo decennio hanno perso un quinto del potere d'acquisto, pari al 20 per cento dello stipendio. E, inoltre, occorre considerare che al personale della scuola in questi anni non è stato accreditato neppure l'indennità prevista dalla legge per il mancato rinnovo del contratto.
Inoltre, quanto previsto dall'accordo sottoscritto a fine mese scorso tra il ministro Madia e i sindacati, ovvero gli 85 euro mensili, non riuscirà a far recuperare al personale della scuola quanto perso in tutti questi anni.