Velocissimo il passaggio in Senato della Legge di Bilancio 2016, quella che sarà in vigore nel prossimo anno. La crisi di Governo scatenatasi dopo la vittoria del No al referendum costituzionale e le successive dimissioni del Premier Matteo Renzi hanno velocizzato l’iter in Senato. Il testo approvato quindi è lo stesso licenziato pochi giorni fa dalla Camera, anche se molti erano i punti della Legge che sarebbero dovuti essere analizzati più attentamente dal Senato, anche e soprattutto in virtù degli emendamenti che sarebbero stati presentati al riguardo.

Fatto sta che la manovra lascerà l’amaro in bocca a più di qualcuno, con alcune prerogative che interessavano gli italiani, sacrificate sull’altare della crisi e del necessario avvicendamento a capo del Governo.

I punti salienti sulle pensioni

Alle 14:30 circa del 7 dicembre 2016, il Senato ha approvato la Legge di Bilancio, l’atto più importante del Governo. La fiducia posta sulla Legge è passata con 173 voti a favore e 108 contrari. Restano identiche le norme inserite dalla Camera, a partire dal pacchetto Pensioni. Nasce l’APE, l’anticipo pensionistico a partire dai 63 anni, sia nella versione a spese dei pensionati che in quella assistenziale per disagiati e soggetti in difficoltà lavorativa o di salute.

Entrano per la prima volta nel palcoscenico previdenziale nostrano, le banche, come soggetti finanziatori delle pensioni anticipate dell’INPS e le assicurazioni.

Il provvedimento di Anticipo Pensionistico è sperimentale, durerà fino al 2018 e sarà il Governo a relazionare su come vada la sperimentazione, in funzione di una possibile estensione agli anni successivi.

La parola precoci, per la prima volta, avrà una rilevanza normativa con un provvedimento strutturale, senza scadenza. Parliamo di Quota 41 che consentirà agli stessi soggetti disagiati ed in difficoltà a cui si applicherà l’APE sociale, di lasciare il lavoro senza limiti di età una volta raggiunti i 41 di contributi versati.

Di questi però, sarà necessario aver versato 12 mesi, anche discontinui, prima dei 19 anni di età. Per lasciare il lavoro prima, nasce anche RITA, per coloro che hanno versamenti in fondi pensione alternativi. Cumulo gratuito dei contributi anche per chi ha versato nelle casse dei professionisti. Estesa opzione donna a chi ha compiuto 57 anni e 3 mesi entro il 31 luglio 2016 e che ha 35 anni di contributi il 31 dicembre 2015. Estesa l’ottava salvaguardia ad oltre 30mila lavoratori. I margini di manovra per correggere i tempi previdenziali restano intatti, probabilmente se ne parlerà ad anno in corso, intanto la necessità di chiudere al più presto la finanziaria, ha portato a mantenere il testo inizialmente approvato alla Camera.

Una manovra ad ampio raggio

Per l’ennesimo anno e per l’ennesima manovra vengono spostate in avanti le clausole di salvaguardia sull’aumento dell’IVA e delle accise. Un problema che non viene eliminato, ma solo posticipato all’anno venturo, una sorta di polizza se le cose dovessero andare male. Confermati gli interventi per la crescita ed il rilancio occupazionale, con Garanzia Giovani rifinanziata, sgravi contributivi totali per le nuove assunzioni nelle aree meno sviluppate dello stivale. Confermato il pacchetto imprese con il super-ammortamento del 140% per l’acquisto di beni strumentali o l’iper-ammortamento per acquisti in tecnologia, ricerca e sviluppo. Innalzati i limiti imponibili e di reddito per usufruire della tassazione Irpef agevolata sui premi di produttività.

Nasce il bonus “mamma domani” per chi arriva al 7° mese di gravidanza e si affianca al confermato bonus bebè. Incrementato il sostegno alla povertà e confermato il SIA con l’estensione anche ai singoli over 50. Non inseriti nella Legge di Bilancio, ma comunque in collegamento, confermate la chiusura di Equitalia, la rottamazione delle cartelle e delle multe dal 2000 al 2016.