Il vicepresidente dell'ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha rilasciato una intervista a Radio Città Futura in cui si parlava delle occupazioni studentesche nelle scuole e dove non ha mancato di dire ancora la sua circa le posizioni assunte da chi si è posto in opposizione ad una riforma scolastica che mancava da troppo tempo. Le parole del vicepresidente Mario Rusconi sono come le dichiarazioni impegnative di Matteo Renzi per il tenore delle stesse in quanto non mancheranno di suscitare le reazioni del corpo docente col quale non ha mai mostrato vicinanza.
Una legge necessaria e non capita
Per rimettere in sesto la scuola era necessario varare una legge come questa, dice Rusconi a margine dell'intervista rilasciata alla radio; secondo il vicepresidente, gli studenti che hanno manifestato contro la riforma hanno utilizzato lo strumento di una sinistra che però non ha più gli stessi valori e riferimenti del passato. Studenti che in ogni modo sono stati messi in secondo piano da un mondo degli adulti che ha voluto personalizzare la protesta. Si ricorderà l'epiteto di “contrastivi” affibbiato dall'ANP ai docenti che contestavano la riforma scolastica Renzi Giannini. Ora, queste nuove dichiarazioni rischiano di rendere ancora più incandescente il clima tra le parti.
Il vero problema sono i docenti
Per il dirigente la riforma che è stata varata è la prima dal dopoguerra che veramente ha messo in rilievo i punti da trattare; anche se faceva paura a prima vista era divenuta indispensabile per riordinare il sistema scolastico. Contiene misure rivoluzionarie che fanno bene al settore dell'istruzione ma i docenti hanno preferito fare muro e porsi in contrasto con il cambiamento avanzando solamente preconcetti e scuse, continua nell'intervista, mostrando una posizione assolutamente conservatrice.
La posizione contrastante emerge ancora più forte dalle convinzioni espresse dal vicepresidente dell'ANP per il quale era necessario agire sul corpo docente. La loro protesta è l'unica cosa da mettere al centro dell'attenzione.