Con l'approvazione della nuova Legge di Stabilità si attendono numerosi interventi in materia previdenziale. Dalla Quota 41 agli esodati, al cumulo gratuito dei contributi, all'opzione donna e all'Ape. Sono queste le misure sulle quali si concentrano grandi novità a partire dal 2017. Le dimissioni di Matteo Renzi hanno fatto preoccupare gran parte dei lavoratori che ormai da troppo tempo sono alle prese con le dure norme contenute nella Legge Fornero. La nuova Finanziaria, invece, ha continuato il suo iter parlamentare sotto la guida del Governo Gentiloni, così si è concluso con l'approvazione da parte del Parlamento.

Legge di Stabilità, novità in campo previdenziale

Numerose sono le novità che entreranno in vigore dal prossimo anno e riguardano in particolar modo i requisiti per l'accesso al pensionamento. Per il conseguimento della pensione di vecchiaia, infatti, occorreranno almeno 66 anni e 7 mesi di età per gli appartenenti al settore pubblico, 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici del settore privato e 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome a condizione che abbiano maturato almeno 20 anni di versamenti contributivi.

Cosa assai diversa per la pensione anticipata per la quale i requisiti sono rimasti invariati ma i lavoratori avranno la possibilità di anticipare l'uscita attraverso il cosiddetto Ape che richiede 63 anni di età anagrafica.

Una misura valida per i lavoratori a cui non manchino più di tre anni al pensionamento. La Legge di Stabilità ha inoltre stabilito l'utilizzo dell'Ape Social per le categorie più svantaggiate: caregivers, disabili e disoccupati. Per coloro che hanno lavorato in modo discontinuo si avrà la possibilità di cumulare gratuitamente i contributi versati in più fondi previdenziali.

I requisiti per i lavoratori, precoci e opzione donna

Le novità riguarderanno anche i lavoratori precoci che potranno accedere al pensionamente anticipato con il meccanismo di Quota 41 a condizione di aver svolto attività lavorativa almeno un anno prima del compimento del 19esimo anno di età. I lavoratori usuranti, invece, potranno essere collocarsi a riposo con Quota 97,6 ovvero, con 61 anni e 7 mesi di età e 36 anni di contributi.

Per gli invalidi civili con disabilità superiore al 74%, invece, è prevista una maggiorazione contributiva di 2 mesi per ogni anno di lavoro svolto entro 5 anni.

Anche l'opzione contributivo donna continuerà la sua sperimentazione. Pertanto, le lavoratrici potranno andare in pensione dopo aver maturato almeno 57 anni (se dipendenti) e 58 anni (se autonome) in presenza di almeno 35 anni di anzianità contributiva.

Comparto difesa, sicurezza ed esodati

La manovra ha aperto uno spiraglio anche per il comparto difesa e sicurezza. I militari, infatti, avranno tre strade per anticipare l'uscita: 40 anni e 7 mesi di contributi effettivamente versati senza tenere in considerazione l'età anagrafica, 53 anni e 7 mesi di età con 40 anni di contributi maturati entro il 2011 o 57 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Per gli esodati, invece, è prevista l'ottava misura di salvaguardia per gli altri 27 mila lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, in mobilità e i cessati dal servizio.