La Legge di Bilancio, che è entrata in vigore dal 1° Gennaio 2017, consente a soggetti addetti a mansioni usuranti o notturne, di centrare la pensione con il meccanismo delle quote previsto prima dell'ingresso della Legge Fornero nel sistema previdenziale. Fin qui nulla di nuovo, perché tale possibilità era in vigore anche negli anni passati. Le novità riguardano la data di decorrenza delle Pensioni e gli scatti relativi all’adeguamento alla aspettativa di vita e l’Inps, nelle sue schede pubblicate in rete il 10 Gennaio 2017, conferma tutto. Ecco come presentare istanza di pensione, che requisiti bisogna avere e come funziona il sistema quote.

Requisiti per la pensione

Il perimetro delle attività qualificabili come usuranti o notturne, cioè la platea di soggetti ai quali applicare le norme per l’uscita anticipata non è stato toccato da interventi in manovra finanziaria. Le attività considerate usuranti restano quelle stabilite dal Decreto Legislativo 67 del 2011, quelle che l’INPS riporta negli elenchi sul proprio portale. Le mansioni usuranti restano i lavori in miniera e galleria, gli autisti di mezzi di trasporto a partire da almeno 9 persone, i lavori in fabbrica con produzione a catena e quelli notturni con minimo 64 notti lavorative per anno. Per rientrare nell’uscita a 61 anni e 7 mese, bisognerà avere 35 anni di contributi e dimostrare di aver svolto lavori usuranti per la metà della vita lavorativa o in 7 degli ultimi 10 anni.

Una delle novità per il 2017 è che non è più necessario aver svolto tale mansione nell’anno di presentazione della domanda.

Quota 97,6

Per gli usuranti, nessuna distinzione tra uomini e donne, pertanto confermata l’uscita a 61 anni e 7 mesi ma perfezionando nel contempo la quota 97,6. Per centrare la quota bisogna calcolare anche le frazioni di anno, possibilmente in settimane lavorative come riportate negli estratti conto contributivi dell’INPS.

Per esempio, un soggetto che a gennaio compie 61 anni e 7 mesi e che alla stessa data ha anche 35 anni di contributi versati, deve raggiungere 1852 contributi settimanali globali per centrare la quota 97,6. In pratica, dovrà lavorare fino a luglio per rientrare nell’uscita. Fino al 2015, la quota da perfezionare era 97,3, ma per via dell’aspettativa di vita, dal 2016 è aumentata.

La nuova Legge di Bilancio ha bloccato gli adeguamenti futuri a questo vincolo e pertanto, come conferma anche l’INPS, fino al 2026 la via di uscita resterà identica al 2017.

Domanda e decorrenza pensione

Prima di presentare istanza di pensione vera e propria, bisognerà chiedere all’INPS di certificare il diritto alla pensione per i lavori usuranti. L’Istituto conferma che le istanze che devono confermare l’inserimento del lavoratore, nello scivolo concesso, vanno presentate entro il 1° Marzo per coloro che raggiungeranno il requisito di uscita entro fine 2017. Per coloro che centreranno i requisiti nel 2018 invece, la domanda dovrà pervenire all’INPS entro il 1° Maggio. Una volta accolta la domanda, cioè una volta che l’INPS certifichi il diritto del lavoratore ad uscire dal lavoro con i benefici previsti per le mansioni usuranti, l’Istituto provvederà a darne conferma al lavoratore.

L’INPS quindi comunicherà la finestra utile all’uscita, la data entro la quale presentare la domanda di pensione vera e propria e la decorrenza. Proprio questi ultimi fattori sono l’altra sostanziale novità che la nuova manovra ha inserito nel sistema. Vengono abolite le finestre mobili che facevano slittare la decorrenza della pensione di 12 o 18 mesi. Il lavoratore potrà incassare la pensione a partire dal giorno in cui ha raggiunto i requisiti. Il Ministero, entro marzo dovrebbe lanciare il decreto attuativo che chiarirà tutta la documentazione da allegare alla domanda di pensione. Anche quest'ultimo punto è confermato dalla Legge di Bilancio che, espressamente, chiede che il decreto semplifichi le operazioni di accesso e la documentazione necessaria da produrre.