Emergono novità sulla trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e, in particolare, sul rinnovo del comparto Scuola. Da un lato, è stato trovato l'accordo lo scorso 29 dicembre per la mobilità dei docenti e per il depotenziamento della chiamata diretta, uno dei cardini della Buona scuola di Renzi. Parallelamente, le trattative per rinnovare il contratto degli statali e per aumentare gli stipendi proseguono a livello nazionale per consentire di trovare le risorse necessarie per far fronte all'aumento di 85 euro medi, promessi dall'ex Governo Renzi.

Contratto statali 2017, ecco i possibili aumenti di stipendio per il 2017 e 2018

Infatti, scrive Il Messaggero di oggi, 3 Gennaio 2017, per l'aumento degli stipendi così come promesso, occorrono almeno cinque miliardi di euro. E' molto probabile che a questo incremento non si arrivi già dal 2017, anno in cui l'aumento potrebbe fermarsi ad appena 40 euro mensili, ma a partire dal 2018. Inoltre, occorrerà trovare un meccanismo fiscale che consenta a circa 200 mila statali che percepiscono il bonus di 80 euro di Renzi di non perderlo in virtù dell'incremento retributivo. Nel dettaglio, rischiano di perdere il bonus gli statali che percepiscono un reddito tra i 24 ed i 26 mila euro all'anno.

Contratto scuola 2017: le misure dell'accordo sulla mobilità dei docenti

Ma le novità in tema di rinnovo di contratti della Pubblica amministrazione non sono terminate. Infatti, in attesa del contratto vero e proprio, nella scuola si sta assistendo ad un cambiamento di direzione rispetto all'indirizzo degli ultimi due anni delineato dalla legge 107 del 2015.

L'accordo dello scorso 29 Dicembre tra Miur e sindacati, da ratificare a metà Gennaio, prevede che, dopo l'anno della mobilità straordinaria della Buona scuola, i docenti possano cambiare sede senza dover terminare i tre anni nel proprio ambito o nella scuola dove hanno preso servizio. Ciò equivale a dire che sarà abolito, limitatamente alla mobilità del 2017, il vincolo triennale: i docenti potranno scegliersi come destinazione fino a 5 scuole e 10 province.

Il nuovo ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, favorirà, in altre parole, il rientro nella provincia di residenza dei tanti docenti che negli ultimi due anni hanno dovuto fare le valigie e andare ad insegnare lontano. Si cercherà, pertanto, di riequilibrare la geografia dei docenti della scuola e di risolvere i tantissimi problemi che sono stati creati agli uffici scolastici delle regioni.