Le ultimissime novità sulle pensioni precoci e sulla quota 41 giungono dalle polemiche giunte da parte dei sindacati, dei lavoratori e di Damiano nei confronti delle ultime dichiarazioni di Boeri. Per il numero Uno dell'Inps la manovra proposta in legge di bilancio 2017 non solo farebbe aumentare il debito, ma danneggerebbe le generazioni future. Un pensiero, questo, che ricorda da vicino quello sempre espresso da Giuliano Cazzola, che in ogni dove ha sempre difeso la Riforma Fornero considerandola l'unica sostenibile per le casse previdenziali.

Boeri non può certo contare su molti appoggi, anzi le polemiche sono fioccate da ogni dove, vediamo in dettaglio le ultime prese di posizione contro Boeri.

Pensioni, ultime novità su anticipate e precoci, Damiano vs Boeri

Le note stampa di Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro, in replica alle ultime dichiarazioni del presidente Inps, ben evidenziano il disappunto e lo sconcerto per le parole pronunciate da Tito Boeri. Per Damiano non solo la riforma Pensioni non inciderebbe sul debito, ma produrrebbe risparmi: "Il DEF del 2016 elaborato dal Governo precisa che ‘cumulativamente, la minore incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL, derivante dal complesso delle riforme avviato dal 2004, ammonterebbe all'incirca a 60 punti percentuali di PIL fino al 2050’.

Si tratterebbe, dunque, a conti fatti di un risparmio di circa 900 miliardi di euro fatto sulle pensioni. Inoltre il moto di Damiano è sempre stato 'agli anziani la pensione ai giovani il lavoro', ragion per cui secondo il presidente della commissione lavoro parlare di conflitto intergenerazionale ha davvero poco senso. Damiano promotore del Ddl 857 comprensivo della Quota 41, tanto ambita dai precoci, ha sempre sostenuto il contrario, ossia che proprio permettendo l'uscita anticipata ai lavoratori anziani, si sarebbero aperte le porte del mercato del lavoro per i giovani.

Dello stesso avviso i precoci.

Precoci, i lavoratori non ci stanno e fanno nuove proposte a Boeri

Due le missive spedite nel giro di poche ore dagli amministratori del gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutele dei propri diritti' a Tito Boeri. Ad 'aprire le danze' è stato Angelo Mele che ha fatto notare quali siano le vere questioni che in Italia hanno contribuito ad aumentare il debito pubblico, non certo i precoci e le pensioni, ma la corruzione, le regalie per la casta, le baby pensioni e i vitalizi.

I lavoratori che ambiscono ad un pochino di flessibilità ed all'uscita anticipata, dopo 41 anni di lavoro, non ci stanno a sentirsi un peso per lo Stato e per le nuove generazioni, la pensione, se la sono 'sudata'. La seconda lettera a Tito Boeri è scritta per mano di Roberto Occhiodoro che chiede in primis che fine abbiano fatto i soldi risparmiati dalla Legge Fornero e poi rilancia le richieste in prospettiva della fase 2 degli incontri col Governo. Si ponga l'attenzione, dice, oltre sui 41 anni per tutti, sull'aspettativa di vita che va rivista, sulla revisione del sistema contributivo, sulla Flessibilità in uscita slegata da mutui e prestiti a partire dai 62 anni. Anche i sindacati hanno espresso il loro disappunto, le novità.

Novità pensioni precoci e anticipate, Sindacati attaccano Boeri

Contrari alle posizioni di Boeri sia Susanna Camusso, leader Cgil, che afferma che sia assolutamente errato contrapporre i pensionati ai giovani, creando ingiustificati conflitti generazionali, quanto Proietti della Uil che sostiene che Boeri viva su Marte. Proprio l'introduzione della flessibilità in uscita potrebbe garantire quel necessario turnover generazionale che consentirebbe alle nuove leve di entrare nel mondo del lavoro. Insomma su una cosa sembrano concordare tutti, Boeri ha fatto delle affermazioni inesatte e prive di fondamento, come se abitasse in un altro Paese alle prese con una realtà differente. Si confida che il Governo non si faccia influenzare e firmi i decreti attuativi nel più breve tempo possibile.