Mentre si resta in attesa dei decreti attuativi della prima parte di riforma Pensioni varata dal Governo Renzi con diverse novità per i pensionandi (dall'Ape all'Opzione donna all'estensione dei lavori gravosi e usuranti) sono migliaia i pensionati italiani che corrono il rischio di dovere restituire una parte di quello che l'ex premier Renzi definì impropriamente bonus Poletti, ovvero l'adeguamento degli assegni pensionistici al costo della vita così come sancito dalla sentenza dalla Consulta che ha giudicato incostituzionale lo stop alla rivalutazione che era stato fissato dalla legge Fornero.
I pensionati dovrebbero restituire i soldi ricevuti in più per l'adeguamento degli assegni
Sono stati pagati aumenti superiori a quella che è l'inflazione reale. E adesso, se non interviene il Governo Gentiloni, un pensionato a 1.000 euro al mese dovrebbe restituire 13 euro secondo quanto denuncia lo Spi-Cgil. Non soltanto dunque l'andamento piatto dei prezzi, ma l'inflazione al palo annulla così, per il secondo anno di fila dopo venti anni di aumenti, la rivalutazione delle pensioni. Adesso, già nel primo mese del 2017, se non interviene l'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni, è concreta la possibilità che i trattamenti pensionistici subiscano una trattenuta pari allo 0,1% dell'importo ricevuto nel 2015, cioè la differenza fra l'inflazione prevista e quella effettiva su cui fu calcolato l'adeguamento delle pensioni al costo della vita.
I pensionati che prendono una pensione di 1.000 euro al mese dovrebbero restituirne 13
Il sindacato dei pensionati della Cgil punta il dito sul decreto Milleproroghe varato dal Governo Gentiloni nelle scorse settimana, decreto legge che ha lasciato praticamente irrisolta la questione. Lo Spi-Cgil calcola che nel caso di pensioni al minimo le perdite saranno di 6,5 euro all'anno, mentre saranno di 13 euro per pensioni da 1.000 euro al mese.
Altre simulazioni fatte dallo Spi-Cgil mostrano come si possa arrivare anche alla restituzione di 20 euro per una pensione da 1.400 euro lordi al mese o a 28 euro per assegni da 3.000 euro lordi mensili. Si resta in attesa di un provvedimento del governo per risolvere la questione ed evitare il rischio restituzione che sarebbe una beffa per i pensionati.