L'argomento riguardante la Riforma Pensioni continua ad accendere discussioni ed a coinvolgere sempre più persone. Da un lato le parti sociali, in rappresentanza degli ex lavoratori (adesso in pensione) e dei lavoratori in uscita, continuano a denunciare ritardi e mancanza di attenzione adeguata da parte del Governo nei confronti dei propri assistiti, e dall'altro, invece, le Istituzioni continuano a prendere tempo proprio in nome di, stando alle dichiarazioni ufficiali, dei cambiamenti positivi e miglioramenti promessi negli scorsi mesi.
La notizia che questa settimana ha fatto il giro dei principali quotidiani - Repubblica, Il Manifesto e tante altre testate on-line hanno trattato l'argomento - riguarda proprio le pensioni, le quali, secondo le indiscrezioni trapelate, vedranno i propri importi essere decurtati.
Nel mirino di questa denuncia c'è in particolare una richiesta avanzata dalla Commissione Europea con la quale si chiede all'Italia di varare una manovra aggiuntiva al fine di far fronte al deficit strutturale registrato (ovvero l’indebitamento al netto delle spese una tantum uguale) che in termini di cifre è di circa 3,4 miliardi di euro. Secondo la tesi sostenuta dal quotidiano Il Manifesto, questo potrebbe tradursi in taglio o in un rinvio della Riforma Pensioni (proprio al fine di far fronte a questa situazione), poiché posporre quest'ultima di qualche mese "permetterebbe di risparmiare 500 milioni". Una decisione che, inevitabilmente, andrebbe ad influire su l'Ape social e sulla pensione anticipata senza restituzione che dovrebbe scattare a maggio, che sono appunto tra i provvedimenti più attesi della Riforma.
Le cattive notizie, tuttavia, non finiscono qui. Se è impossibile, infatti, immaginare uno stanziamento di più di 3 miliardi di euro senza ricorrere all'aumento delle tasse e ai tagli ai fondi destinati alla previdenza sociale, sarebbe addirittura da sciocchi pensare che lo slittamento della Riforma pensionista possa da solo finanziare quest'uscita.
Nulla esclude, difatti, che il Governo possa addirittura ritirare dal tavolo delle trattative qualche altri provvedimenti, destinati ai soggetti in difficoltà e alle famiglie in generale, annunciati in passato dall'ex Premier Renzi ma finanziati in deficit.