Si torna a discutere degli stipendi e dei bonus dei salari accessori nella riforma della Pubblica Amministrazione in vista dei nuovi contratti dei comparti statali. In buona parte, infatti, gli aumenti di stipendio dipenderanno dalla distribuzione dei premi di merito ai dipendenti statali, ma la fotografia, ad oggi, della ripartizione dei bonus mostra una profonda diversità di trattamento. E a pagarne il conto sono i docenti, i dipendenti Ata e i dirigenti della Scuola. Infatti, per alcuni comparti, il salario accessorio costituisce la voce che, da sola, copre la metà dello stipendio.

In altri si arriva ad appena un decimo della busta paga. Tra i bonus più alti e quelli più bassi c'è una differenza che arriva a superare la soglia dei 20 mila euro.

Riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratti statali: scuola ultima per i bonus

La fotografia degli stipendi degli statali arriva direttamente dall'Aran all'indomani dell'approvazione del Governo del decreto di riforma della Pubblica amministrazione e a distanza di qualche settimana dall'inizio dei negoziati per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. I dati, riferiti agli stipendi della Pubblica amministrazione del 2015, indicano che nella scuola, fanalino di coda dei bonus, il salario accessorio rappresenta appena il 12 per cento della busta paga (3.266 euro all'anno) contro i 26.900 (il 47 per cento della busta paga) di chi lavora alla Presidenza del Consiglio dei ministri, passando per gli oltre 11 mila euro degli impiegati delle agenzie fiscali e i quasi 8.700 euro dei lavoratori della sanità.

Più del doppio, rispetto alla scuola, è l'entità dei premi di chi lavora nei ministeri (6.800 euro, pari al 23 per cento della busta paga), mentre i dipendenti delle Regioni e degli enti locali percepiscono oltre 5.300 euro (18 per cento).

Riforma Pa 2017 e contratti statali: armonizzazione stipendi e bonus, soprattutto nella scuola

Di fronte a questa disparità di trattamento economico, e date le difficoltà di reperire i fondi necessari agli aumenti degli stipendi della Pubblica amministrazione di 85 euro a decorrenza dal 2018, il ministro per la Funzione Pubblica, Madia ha indicato, nei giorni scorsi, l'ipotesi di armonizzazione degli stipendi degli impiegati statali.

Differenze così rilevanti, in altre parole, non dovranno più aver luogo nei nuovi quattro comparti previsti per la Pubblica amministrazione. In parte la riforma del pubblico impiego, in parte il rinnovo dei contratti statali dovranno procedere ad una graduale convergenza, soprattutto a favore di quei comparti, come la scuola, che si contraddistinguono per la scarsa entità dei premi del salario accessorio. E' scritto nel decreto di riforma della Pubblica amministrazione che tale obiettivo potrà essere raggiunto differenziando la distribuzione dei fondi destinati ai premi e distinguendo tra il personale dirigenziale e quello non dirigenziale all'interno di ciascun comparto. Si procederà, inoltre, a mettere in ordine le voci del salario accessorio dove, ad oggi, finiscono le varie indennità e gli straordinari, ma anche le quote fisse, oltre a quelle variabili per la reperibilità o per i lavori svolti con turni.