Il Senato ha approvato la fiducia posta dal Governo sul maxi emendamento al c.d. Decreto milleproroghe, passando ora la parola alla Camera dei Deputati che dovrà votare in via definitiva il DDL di conversione in legge dello stesso entro e non oltre il 28 febbraio.
Se approvato in via definitiva, Il testo in questione avrà riflessi rilevanti anche in materia di Lavoro e Pensioni; risulta dunque interessante osservare nel dettaglio quali sono le novità che, potenzialmente, andranno ad incidere su tali ambiti.
Lavoro: tutti gli slittamenti previsti dal Milleproroghe
Subito una notizia positiva per tutti i lavoratori assunti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (c.d. co.co.co): attraverso il Decreto Milleproroghe, è stato spostato al 30 giugno 2017 il termine ultimo per inoltrare la domanda per percepire la Dis-Coll, l'indennità di disoccupazione a cui può accedere buona parte dei lavoratori autonomi. Si sottolinea che il Governo si è anche impegnato a rendere tale misura definitiva dal 2018.
Sempre all'inizio dell'anno nuovo sono slittati sia l'entrata in vigore dell'obbligo di tenuta del Libro Unico del Lavoro (abbr. LUL) in modalità telematica presso il Ministero del Lavoro, novità attraverso la quale sarà potenzialmente possibile monitorare maggiormente i rapporti di lavoro, che l'operatività delle nuove norme sul collocamento obbligatorio dei lavoratori disabili per i datori di lavoro che occupano dai 15 ai 35 dipendenti.
Spostato al 12 ottobre 2017, invece, la data d'inizio dell'obbligo di comunicare telematicamente all’INAIL i dati relativi agli infortuni che comportano l’assenza dal lavoro anche solo di un giorno (escluso quello dell’evento).
Si segnala inoltre la previsione della deroga per quest'anno ai limiti massimi di durata imposti per la Cassa Integrazione Straordinaria (abbr.
CIGS).
Pensioni: le novità apportate in tale ambito dal Milleproroghe
Previste significative novità anche in ambito pensionistico.
Il Decreto Milleproroghe, infatti, rimanda al 2018 la restituzione a carico dei pensionati dello 0,1 % della pensione, erogata erroneamente a suo tempo dall'INPS a causa della previsione errata dell'inflazione reale nel 2015.
Slitta all'anno prossimo, inoltre, la decorrenza della nuova tempistica di pagamento mensile delle pensioni.