Ultimi giorni a disposizione per oltre mezzo milione di pensionati italiani, che hanno prestazioni pensionistiche collegate al reddito, per presentare all’Inps, come di consueto, la dichiarazione relativa alla situazione reddituale del 2015. Anche nel 2017, la scadenza per l’inoltro del modello RED è prevista il 31 marzo. Ecco come fare e cosa si rischia a non adempiere a questo obbligo per i pensionati.

Soggetti interessati

Solo con l’invio del modello RED, l’INPS potrà continuare ad erogare la pensione effettivamente spettante per molti pensionati.

Infatti, per quel mezzo milione di pensionati di cui parlavamo in precedenza, parte della pensione ricevuta mensilmente è collegata al reddito. Si tratta di maggiorazioni e integrazioni al minimo per le Pensioni di importi più bassi, ma anche di vere e proprie prestazioni come sono gli assegni sociali, gli assegni familiari, i trattamenti di invalidità o le pensioni per i superstiti. In definitiva, si tratta di quelle prestazioni che possono essere erogate dall’INPS, solo nel caso in cui il pensionato ha redditi inferiori ad una determinata soglia. Questo il motivo per cui il pensionato ha la necessità di presentare il modello e l’Inps ha la necessità di richiedere ai i redditi del pensionato, del coniuge e dei componenti il nucleo familiare del fruitore le prestazioni.

Un modo per accertare se anno dopo anno, continuano ad esserci i requisiti per percepire le cifre aggiuntive che in molti casi rendono la pensione degna. Naturalmente, l’obbligo non riguarda tutti i pensionati, ma solo coloro che non presentano dichiarazioni dei redditi tramite 730 o il vecchio modello Unico, oppure quelli che hanno da dichiarare, ai fini previdenziali, redditi diversi da quelli dichiarati ai fini fiscali.

I rischi che si corrono

Come dicevamo, l’INPS richiede questi dati ai pensionati. Fino a qualche anno fa, quando l’INPS inviava a casa dei pensionati i CUD, gli OBIS/M e tante altre comunicazioni periodiche ai propri pensionati, anche la richiesta RED era recapitata a domicilio del pensionato. Negli ultimi anni invece, con l’ingresso della tecnologia, delle credenziali di accesso ai servizi telematici e del portale per il cittadino, l’INPS non invia più queste richieste, o almeno non le invia a macchia d’olio.

È compito del pensionato segnare la data di scadenza per il modello RED, alla stregua della dichiarazione dei redditi e di altri obblighi fiscali. Per il 2017, ripetiamo, la scadenza fissata è il 31 marzo ed è improrogabile. La mancata comunicazione dei redditi, può causare la perdita delle prestazioni collegate al reddito. In parole povere, si rischia di perdere parte della pensione spettante perché la mancata presentazione del modello RED, per l’INPS, equivale alla rinuncia delle stesse, come se di colpo, da un anno all’altro, il pensionato sia passato da una fascia di reddito bassa, ad una più alta. Dal punto di vista tecnico, le domande possono essere fatte o tramite professionisti abilitati quali CAF e Patronati, oppure utilizzando, per chi ne è in possesso, le credenziali di accesso ai servizi telematici.

Va ricordato che la sospensione delle prestazioni non è immediata, ma scatterebbe con la pensione di gennaio 2018, quando comunque, l’INPS darà 60 giorni di tempo al pensionato per rimediare alla mancata comunicazione.