Molti docenti non se lo sono fatto sfuggire, molti altri non hanno ancora ben capito appieno come sfruttarlo al meglio, qualcuno sta accumulando il contributo per poter avere più soldi da spendere l’anno che verrà, ignari del fatto che però il bonus da 500 euro per l'autoformazione di docenti però potrebbe avere le ore contate. A due anni dall'introduzione del bonus docenti, che nonostante tutto è stato oggetto di numerose polemiche, è giunto il momento di tirare le somme per capire se come questi soldi sono stati spesi e se effettivamente le risorse sono state impiegate nel modo che ci si attendeva: una valutazione importante che servirà a decidere se continuare a mantenere attivo questo contributo (dal costo non indifferente per le casse statali) oppure se fare un passo indietro.

Federli, bonus docenti: “dobbiamo capire se ha funzionato”

A prefigurare questo scenario è stata proprio il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli che, durante l’intervista rilasciata al Messaggero lo scorso 11 marzo, ha dichiarato: “dobbiamo capire come e se ha funzionato. Faremo un esame dal punto di vista qualitativo e quantitativo dell’uso del bonus” ha dichiarato per quello che in effetti è un atto doveroso. Resta da capire quali saranno i criteri alla base di questa valutazione: considerando che una consistente fetta di docenti ha investito il bonus per l’auto formazione in tablet e computer, avranno questi lo stesso peso rispetto ad esempio di un corso di formazione per il conseguimento delle finalità previste?

Per quest’anno il bonus resta “di sicuro”

Una valutazione prevedibile ma che getta un’ombra sulla permanenza futura di quello che per molti è stato considerato un contentino per mandare giù indorare la pillola della Buona Scuola: stiamo per assistere all’ennesimo dietro front ora che la riforma si appresta a dispiegarsi anche negli ultimi atti? La possibilità di dire addio al bonus di 500 euro dunque esiste anche se “per quest’anno, comunque, resta di sicuro” ha aggiunto la ministra.