Continuano ad esserci problematiche circa la mobilità docenti 2017. La data prevista è il 14 marzo ma rischia di slittare ancora perché ancora non è presente l'accordo tra Miur e sindacati. Se non verrà firmato l'accordo sulla chiamata diretta si rischia il nulla di fatto. I sindacati infatti avevano chiaramente espresso la loro volontà: 'niente chiamata diretta, niente mobilità'. Ieri 7 marzo è saltata la firma dell'accordo definitivo sui criteri che verranno utilizzati dai dirigenti per la selezione dei docenti nelle scuole. Slitta dunque tutto il programma previsto per la mobilità.

Novità e problematiche

Adesso il prossimo incontro che è previsto per poter concludere l'accordo è il 14 marzo. Il Ministero aveva previsto proprio questa data per l'avvio della procedura di mobilità. Le date indicate per la presentazione della domanda erano proprio tra il 14 e il 31 marzo per i docenti, poi Ata e personale educativo. Emerge però che tali date non potranno essere rispettate proprio per il mancato accordo tra amministrazione e parti sociali. Questo accadrà tranne se il Ministero decida all'ultimo minuto di procedere unilateralmente. Questa decisione però creerà ancora un maggiore distacco tra la politica e i sindacati.

Il problema principale risiede nella complessità delle azioni della mobilità.

La bozza della tabella di ordinanza contiene anche criteri per i dirigenti su come operare per le operazioni della chiamata diretta che dovranno essere svolte dopo la mobilità. Il rischio maggiore, come riporta orizzontescuola.it, è che l'anno scolastico possa slittare il suo avvio a causa dei tanti docenti che non potranno prendere servizio ed iniziare così le lezioni.

A creare ritardi ci saranno anche le operazioni di assegnazioni provvisorie che ovviamente dovranno essere svolte dopo la mobilità. Emerge dunque che se le due parti non troveranno al più presto un accordo i danni e i disagi saranno molto gravi. Vedremo dunque se il 14 marzo i sindacati riusciranno a trovare un punto di incontro con il governo evitando così di mettere a repentaglio l'inizio dell'anno scolastico per gli studenti.