Le news sulle Pensioni aggiornate ad oggi, giovedì 9 marzo, confermano ciò di cui si era discusso nelle settimane precedenti, il rinvio del prelievo forzato sugli assegni previdenziali. Il portale Investire Oggi, attraverso un approfondimento pubblicato nella giornata di ieri, pone l'accento anche sulla rivalutazione degli assegni pensionistici tra due anni, dal 2019. Intanto, in occasione della Festa della Donna, piovono pesanti critiche sul regime sperimentale Opzione Donna. A scagliarsi contro la misura delineata dal governo è Chiara Saraceno, sociologa della famiglia.

Prelievo pensioni aprile rinviato al 2018

Durante il prossimo mese di aprile sarebbe dovuto esserci il tanto contestato prelievo sulle pensioni. Il recupero forzoso ha subito però un rinvio al 2018, grazie all'intervento dell'esecutivo Gentiloni, che attraverso il decreto Milleproroghe (fino a due settimane fa sulle prime pagine di tutti i giornali per la questione taxi) ha optato per il rinvio. A chiederlo, a suo tempo, era stato anche Cesare Damiano, in uno dei suoi ultimi interventi sulla materia previdenziale. Investire Oggi, in un articolo a cura di Alessandra De Angelis, ha fatto luce su chi sarà interessato, il prossimo anno, dal prelievo: i cittadini che percepiscono una pensione la cui somma supera tre volte (almeno) il trattamento minimo Inps.

Vale a dire, nel 2018 il prelievo sarà fatto sulle pensioni con importi dai 1.400 ai 3.000 euro. La cifra trattenuta dall'assegno pensionistico varierà da un minimo di 14 ad un massimo di 20 euro.

Opzione donna, le critiche della Saraceno

Non deve essere stato un caso che, per la festa dell'8 marzo, un'importante figura della società civile, Chiara Saraceno, sia stata intervistata su uno degli argomenti che, ad oggi, stanno più a cuore alle lavoratrici: l'opzione donna.

L'intervista, pubblicata sul Fatto Quotidiano, è della giornalista Elisabetta Reguitti. Il giudizio espresso dalla Saraceno è netto. "Opzione donna? Una bella fregatura per le lavoratrici". Questa la sintesi estrema della "chiacchierata" fatta nelle ultime ore dalla sociologa della famiglia con la giornalista del Fatto. In merito all'uscita anticipata, concessa per l'appunto dal regime opzione donna, la Saraceno ricorda come le lavoratrici, in buona sostanza, debbano pagarla a loro spese.

Chi accetta di andare in pensione prima infatti, contemporaneamente rinuncia ad una consistente fetta di assegno previdenziale, calcolato - ricordiamo - interamente con il contributivo. Di recente, Rossella Lo Iacono, amministratrice del gruppo Facebook "Opzione donna - Ultimo Trimestre 1957-1958", ha "alzato la voce" su Twitter, chiedendo un intervento celere da parte del ministro del Lavoro.