Le ultimissime novità sulle pensioni precoci e su opzione donna all'8 marzo 2017 derivano in parte dal web ed in parte dall'ultima apparizione in TV dei lavoratori precoci. Sia attraverso i social quanto in tv i lavoratori proseguono nella loro ferma battaglia per ottenere quota 41 per tutti. Mentre molte donne, dal canto loro, dopo l'estensione dell'opzione donna alle lavoratrici dell'ultimo trimestre 57/58 confidano in una proroga al 2018. A riportare 'i piedi per terra' è spesso Orietta Armiliato, cofondatrice del gruppo 'comitato opzione donna social', che tende a ricordare come nulla al momento sembri andare in questa direzione, ma al più verso nuove misure differenti da opzione donna ma certamente pro uscita anticipata.
Nel dettaglio le ultime news all'8 marzo 2017.
Novità pensioni precoci, quota 41 deve essere per tutti
Nel corso della puntata del 7 marzo di 'Mi Manda RaiTre' i due precoci invitati da salvo sottile hanno ribadito l'importanza di poter accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi. Chiara ed esaustiva Carmen Reitano presente in studio ha parlato di ingiustizie del sistema previdenziale e di 'ergastolo da lavoro' per descrivere la percezione che ad oggi molti precoci avvertono. I paletti imposti dal Governo nell'ultima legge di bilancio, dice, sono eccessivamente stringenti e rischiano di creare un'assurda guerra tra poveri. I precoci che hanno maturato 41 anni di contributi, spiega la Reitano devono poter tutti indistintamente accedere alla quiescenza.
Dello stesso parere Valerio Zennaro, in collegamento esterno per il comitato veneto, che ha portato la sua testimonianza di precoce che pur avendo 43 anni di lavoro sarà escluso dalla riforma Pensioni in atto, perché, dice ironicamente, troppo fortunato per poter accedere alla platea dei beneficiari scelta dal governo. Oliviero Beha fa notare come si rischi, essendo questo uno dei parametri richiesti per poter accedere alla quota 41 e all'Ape social, di far passare il messaggio che è più fortunato, ai fini pensionistici, chi ha un parente disabile.
Un'assurdità da sanare con i decreti attuativi, sostiene Beha, permettendo l'estensione delle platee di accesso.
Opzione donna, quale il futuro delle escluse?
Mentre sui gruppi Facebook 'opzione donna proroga al 2018' e 'movimento opzione donna' si continua a lottare per ottenere la proroga della sperimentazione 243/2004 almeno fino 2018, su più fronti pare emergere l'impossibilità che ciò avvenga.
L'ultimo provvedimento di inclusione delle nate dell'ultimo trimestre del 57/58 ha posto fine, cristallizzando il diritto, alla sperimentazione. Le risorse hanno specificato più esponenti politici tra cui Titti di Salvo e Damiano serviranno a questo fine, ossia per garantire il diritto pensionistico a tutte le donne che ne hanno già per legge maturato il diritto, sebbene non ne abbiano ancora usufruito. Le risorse in eccesso non potranno dunque essere spese per il proseguo della stessa. Si potrà invece, s'intende, pensare a delle misure differenti di uscita anticipata che consentano alle donne di veder riconosciuto il loro prezioso lavoro di cura e che permetta loro di poter uscite prima. Orietta Armiliato più volte ha ribadito che è necessario 'stare con i piedi per terra' e non illudersi su un'eventuale proroga.
Infatti ha scritto in un recente post: "Non c'è alcun tema di diritto in discussione, altresì si sarebbe già intentata una Class Action", che aggiunge avrebbe certamente trovato il sostegno dell'ex Comitato Opzione donna. Quel che invece si può fare, dice, sostenendo le nate nel IV trimestre, e aiutarle nell'invio dei tweet scritti da Rossella Lo Iacono, che sollecitano la pubblicazione della circolare INPS per poter inoltrare domanda di pensione.