All'indomani dell'inconcludente incontro tra Governo e sindacati, i lavoratori precoci si sono mobilitati sui social promettendo nuove rimostranze. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, ha indetto una manifestazione da tenersi entro aprile per ribadire all'Esecutivo le richieste della categoria. Tra queste l'adozione di una serie di correttivi rispetto alla riforma Pensioni, i cui contenuti non hanno soddisfatto la maggior parte dei lavoratori precoci. Di fatto, nemmeno i disoccupati a seguito di scadenza del contratto rientrerebbero nelle platee di APe Social e Quota 41, e ciò potrebbe costituire una rilevante causa di disparità tra i potenziali beneficiari dei provvedimenti.

Riforma Pensioni e precoci, il confronto è aperto

Come ribadito nei giorni scorsi da Roberto Ghiselli (Cgil), "il confronto non può dirsi concluso". Restano ancora da attendere i decreti attuativi e, insieme a essi, "alcuni aspetti significativi che fino a ora non hanno trovato risposta positiva". Il Governo, comunque, sarebbe disposto a trattare.

Ma i punti critici della riforma Pensioni riguardano proprio i provvedimenti da destinare ai precoci, Quota 41 in primis. I dubbi maggiori vertono sulla composizione delle platee, specie per quel che riguarda i sei anni continuativi per lo svolgimento di lavori gravosi e lo stato di disoccupazione a seguito della scadenza di un contratto a tempo indeterminato.

Nel corso della manifestazione del 23 a Montecitorio, Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia) si è rivolto alla platea riconoscendo il diritto di tutti i lavoratori precoci di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica. I fatti, però, tardano ad arrivare.

Cenni anche a Opzione donna, di cui Rizzetto ha parlato smentendo ogni possibilità di proroga.

Riguardo agli esodati, invece, il Vicepresidente della XI Commissione Lavoro ha spiegato come sia inammissibile il fatto di non essere ancora giunti a un accordo. L'esortazione è quella a tornare in piazza, con la promessa di vicinanza da parte del partito.

Pensioni e Quota 41, la scadenza non è prorogabile

Al termine dello scorso incontro, Giuliano Poletti ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di posticipare la data di entrata in vigore dei provvedimenti.

Si sta continuando a lavorare in tal senso, e a breve dovrebbero essere presentati gli attesi decreti.

A differenza degli altri esponenti governativi, il Ministro del Lavoro ha accennato alla cosiddetta "fase due" della riforma Pensioni, avente per oggetto i giovani e il loro futuro previdenziale. Un incontro per discuterne è stato fissato per il 6 aprile.

Altro tema caldo è quello relativo ai rapporti con l'Inps; per discuterne, è previsto un terzo tavolo, a cui parteciperà anche il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Per quanto riguarda le altre forze politiche, a esprimersi in maniera più critica è stato Carlo Fatuzzo, il leader del Partito Pensionati. Egli ha evidenziato la problematica degli anziani ingenui, con poca dimestichezza col sistema previdenziale e spesso ignari di misure di cui potrebbero avvantaggiarsi.

A dispetto di quanto si possa pensare, quella dei "diritti inespressi" costituisce grave problematica sociale, a fronte della quale si dovrebbe tornare a informare i pensionandi con mezzi "tradizionali". A questo proposito, Fatuzzo ha proposto l'assegnazione d'ufficio di ogni beneficio a cui si ha diritto, il tutto coadiuvato dall'invio via posta del cedolino pensionistico. In particolare, il Segretario nazionale del PP si è così espresso: "In tantissimi casi, i pensionati interessati sono anziani, con poca o nessuna dimestichezza con i moderni strumenti tecnologici. In altri casi vivono da soli, e non è giusto che si penallizzi chi, nei fatti, è già penalizzato".

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