Due insospettabili "alleati" sulla strada della riforma Pensioni. Parliamo di Cesare Damiano e Matteo Salvini. Deputato Pd e presidente della commissione alla Camera il primo, segretario generale della Lega Nord il secondo. I due, ospiti ieri sera a DiMartedì, il talk show politico condotto dal giornalista Giovanni Floris, hanno trovato un punto di intesa sulla riforma delle pensioni dei parlamentari. Entrambi si sono trovati d'accordo su un punto fondamentale: il trattamento deve essere uguale per tutti, politici e lavoratori.
Pensioni parlamentari, Damiano e Salvini in sintonia
In merito alla discussione su vitalizi e privilegi della "casta", Cesare Damiano e Matteo Salvini sono stati invitati ad esprimere la propria opinione dal padrone di casa, l'ex conduttore di Ballarò su Rai Tre Giovanni Floris. In primis ha parlato il leader della Lega Nord. Rispondendo al quesito del giornalista in merito alla proposta Pd sul taglio dei vitalizi, Salvini ha commentato: "Questa è una presa in giro, penso che si potesse fare di più e meglio. Il modello - ha proseguito - è quello presente anche in Europa: hai quello che versi".
Salvini ha poi ricordato che in più di un'occasione, con la Lega, ha cercato di cambiare le cose, scontrandosi sempre con un no.
Il motivo? I vitalizi e i privilegi degli ex parlamentari sono diritti acquisiti e in quanto tali non possono essere toccati. Riguardo a questo aspetto, il numero uno del Carroccio ha sottolineato come invece sia stato permesso alla Legge Fornero, che ha rovinato la vita di milioni di lavoratori, di modificare le "regole del gioco".
La parola è poi passata a Cesare Damiano. Dopo aver spiegato la nuova proposta del Pd, approvata dall'Ufficio di presidenza della Camera, che ha contestualmente bocciato quella del Movimento 5 Stelle, l'esponente dem ha affermato: "Io penso che l'operaio della Fiat e il parlamentare debbano avere le stesse regole pensionistiche".
Evidente, anche agli occhi di Giovanni Floris, la comunione di intenti tra Damiano e Salvini.
Non è la prima volta, d'altronde, che i due si ritrovano sulla stessa lunghezza d'onda sul fronte pensioni. Basti ricordare il sì espresso in più di un'occasione da parte del leader del Carroccio al disegno di legge numero 857 del parlamentare Pd, che prevedeva la pensione anticipata a 62 anni e una penalizzazione massima dell'8 per cento, oltre alla quota 41 per tutti i lavoratori precoci che avessero 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica.
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