Le ultime notizie sulle pensioni ad oggi, venerdì 31 marzo, sono relative al probabile slittamento dell'approvazione definitiva dei decreti attuativi sull'anticipo pensionistico e sui lavoratori precoci. Infatti, ci si aspettava che, all'interno dell'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri odierno, ci fossero anche i decreti attuativi relativi alle Pensioni ma, salvo cambiamenti dell'ultimissima ora, dei provvedimenti non vi è alcuna traccia. A questo punto, diventa inevitabile il rinvio alla prossima settimana.
Ultime notizie pensioni, venerdì 31 marzo 2017: stop a legge Fornero, necessaria una riforma
Probabilmente, tra le ragioni di questo slittamento, potrebbe esserci la questione inerente all'individuazione dei lavori gravosi. Inoltre, si sta studiando la possibilità di introdurre una franchigia (sino a dodici mesi) per quanto riguarda i sei anni di continuità contributiva: una soluzione che avrebbe lo scopo di evitare un'eccessiva penalizzazione per tutti coloro che, negli ultimi sei anni, hanno dovuto fare i conti con periodi di disoccupazione indennizzata o integrazione salariale.
Il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, è tornato a parlare in merito alla questione pensioni: dopo le dichiarazioni rilasciate a Todi, anche a Firenze Landini ha sottolineato la necessità di insistere sulla riforma delle pensioni.
Pensioni, dati Inps: oltre il 63 per cento dei pensionati prendono meno di 750 euro
A proposito delle devastanti conseguenze della legge Fornero, l'Inps ha provveduto a diffondere i dati relativi al numero di nuove prestazioni erogate dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale negli ultimi anni. Proprio a partire dal gennaio del 2012, si è registrato un calo un calo degli assegni: al mese di gennaio del 2017, le pensioni erogate dall'Inps sarebbero poco più di 18 milioni (gestioni dipendenti pubblici ed ex Enpals esclusi).
Ma il dato più preoccupante è quello che riguarda gli importi erogati: nel 63,1 per cento dei casi, infatti, l'assegno corrisposto è inferiore ai 750 euro. Una situazione che ha permesso di ridurre la spesa per le pensioni all'11,3 per cento del Pil, ma sicuramente ha scontentato (e continua a scontentare) una vastissima platea di pensionati.