Dalla riforma della Pubblica Amministrazione, attualmente al vaglio del Parlamento, all'ultimo step del turnover tradizionale: sono le strade che si stanno battendo per garantire, nel 2017, il piano che dovrebbe portare tra le 80.000 e le 95.000 assunzioni nel settore pubblico. L'oscillazione dei posti da coprire dipenderà dal modo in cui andranno ad assestarsi le strategie nei due settori in cui è maggiore la pressione per nuovi ingressi: la scuola e i Comuni. Per la prima oltre al tradizionale turnover con il quale si stimano tra le 20 e le 25.000 cattedre, bisogna prendere in considerazione tutti quei posti di supplente che andranno a trasformarsi in organico di diritto e quindi a tempo indeterminato.
Si tratta però di una stima effettuata dal MIUR mentre il Ministero all'Economia la taglia drasticamente a 11.000 posti di diritto. Per i secondi, quindi i Comuni, il passaggio dal vecchio al nuovo regime, in virtù della riforma attesa proprio per i Comuni, potrebbe essere accompagnato da 50.000 stabilizzazioni in tre anni.
Assunzioni e stabilizzazioni presso gli Enti locali
L'attesa per il decreto sugli enti locali cresce ogni giorno di più. I sindaci hanno infatti dovuto subire un doppio carico: il primo riguarda i limiti sul turnover che consentono di dedicare, nei Comuni con oltre 10.000 abitanti, solo un quarto della spesa di personale. Basti pensare che proprio in questi Enti si concentra il 72% dell'intero personale comunale.
La libertà di agire è maggiormente garantita nei Comuni al di sotto dei 10.000 abitanti mentre è fissata al 100% in quelli con una popolazione inferiore alle 1.000 unità. Come se non bastasse, il turnover ordinario è rimasto però bloccato dopo che nel biennio 2015-2016 i sindaci hanno dovuto ricollocare il personale in esubero proveniente dalle Province e dalle Città metropolitane.
Le novità del decreto:
- Turnover nei grandi Comuni dal 25% al 50%
- Turnover negli altri Comuni dal 75% al 100%
- 5.000 assunzioni: sarebbe l'obiettivo da raggiungere con la riforma al vaglio del Parlamento
Il nodo del lavoro nel mondo della scuola
E' attesa per settembre l'ondata di nuove assunzioni per garantire Lavoro nella scuola.
Tra i turnover, di cui al 50% attraverso concorso pubblico, e trasformazioni da supplenti a personale organico di fatto, si inserisce la fase dei concorsi semplificati che potrebbero portare fino a nuovi 60.000 precari di cui la maggior parte abilitati alla seconda fascia di istituto. Si tratta di un meccanismo transitorio che potrebbe durare fino a 5 anni in attesa che nel mondo della scuola arrivino i docenti formati attraverso il nuovo sistema. Questa strada però rischia di non risolvere il problema relativo alle cattedre scoperte al Nord e alla situazione di precariato nel Centro-Sud.
Situazione lavoro nella PA centrale
Sebbene i numeri, in questo settore, siano decisamente più bassi la situazione è complicata in quanto il blocco delle assunzioni comporta un rallentamento dell'attività della PA.
Due casi su tutti: Agenzia delle Entrate e Anas.
- Agenzia delle Entrate: fermo il concorso per 403 dirigenti a causa dei ricorsi presentati contro l'Agenzia per aver utilizzato bandi preesistenti e attualmente congelati dal contenzioso.
- Anas: sono diventati lunghissimi i tempi tra la richiesta di assunzione di nuovi 100 tecnici e le procedure per concretizzare l'inserimento di queste figure in organico. I nuovi tecnici garantirebbero ad Anas di rilanciare le opere e gli interventi sulla rete stradale.
Stabilizzazione nella PA
Prima i limiti agli ingressi, successivamente le mobilità obbligatorie: sono stati questi i principali ostacoli incontrati da chi da anni cerca una stabilizzazione nella pubblica amministrazione.
Al momento si contano circa 4.000 vincitori di concorso che attendono di essere inseriti in organico ma anche oltre 150.000 risultati idonei che, benché non abbiano vinto i concorsi pubblici, sono considerati comunque adatti per la copertura dei posti previsti dal bando al quale hanno partecipato.