burnout è un termine ormai conosciuto fra i docenti della Scuola: una sindrome che miete sempre più vittime, nell'apparente indifferenza di tutti. Una ricerca svolta nel 2014 proprio sui docenti del nostro Paese tramite questionario online, evidenzia quanto la rottura nell'equilibrio psicologico dei docenti sia dovuto anche alle scelte governative sulla loro professione. Il livello di stress che si raggiunge ha effetti devastanti non solo sul soggetto che ne è vittima, ma anche su coloro che devono fare affidamento su di lui (non ultimi studenti e famiglie).

Purtroppo non tutti si rendono conto di essere vittime di burnout, perciò proviamo a vedere quali sono i fattori di rischio rilevati all'interno della scuola.

Fattori di rischio di burnout nella scuola

Il questionario di studio sul burnout dei docenti italiani è stato suddiviso in 5 aree che miravano a percepire il disagio dei soggetti coinvolti e le proposte per migliorare la situazione. Senza entrare nei dettagli delle statistiche, possiamo evidenziare quali sono i fattori considerati a rischio burnout, in quanto comportano una percezione di disagio da parte degli insegnanti:

  • gestire la classe in cui sono presenti alunni difficili e mancano rispetto e disciplina;

  • rapportarsi con i colleghi quando manca collaborazione e viene mostrato scarso interesse per novità e attività formative;

  • rapportarsi con le famiglie quando i genitori non collaborano e non accettano la realtà sui figli;

  • rapportarsi con l’amministrazione a causa della troppa burocrazia;

  • utilizzo del registro elettronico;

  • classi eccessivamente numerose (con più di 25 alunni).

Altri dati significativi del burnout a scuola, in Italia

Dalla ricerca è emerso anche che non vi è un grado di scuola in cui i docenti sono maggiormente colpiti dalla sindrome di stress, o burnout.

Il fenomeno tocca uomini e donne, ma tocca quelli con più anni di servizio. Nelle risposte aperte i docenti hanno espresso il desiderio di veder diminuito il numero degli alunni per classe e vedere un maggiore rispetto per il proprio lavoro. La ricerca, che risale al 2014, è sicuramente significativa. Ma un questionario post legge 107, che risultati darebbe? Resta aggiornato sulla scuola e le ultime notizie cliccando il tasto Segui.