In materia Pensioni non esiste solo la riforma che in questi giorni sta concentrando l’opinione pubblica. È vero che l’APE, quota 41 ed i loro attesi decreti attuativi sono molto importanti per migliaia di italiani, ma anche le pensioni già in essere danno spunti molto interessanti. Sarebbero molte le pensioni (solo in Friuli per esempio, sarebbero 40.000) che vengono erogate con importi sbagliati a sfavore del pensionato. In pratica, nelle tasche di molti pensionati, finiscono meno soldi di quanto effettivamente dovevano percepire. Non si tratta di una truffa o di un errore dell’Inps, perché la parte mancante di pensione riguarda parti di assegno, prestazioni e cose simili, che l’INPS eroga solo a richiesta del pensionato e non in maniera automatica.

Cosa dovrebbero richiedere i pensionati

Maggiorazioni sociali, integrazioni al minimo, assegni familiari, quattordicesime e assegni di invalidità sono prestazioni comuni a molte pensioni. Tutte queste voci, concorrono a formare l’importo mensile di pensione percepita dagli italiani. Non tutti i pensionati che ne avrebbero diritto ricevono questi importi aggiuntivi di assegno. Come dicevamo, sarebbero oltre 40.000 quelli che non avendo mai richiesto queste prestazioni aggiuntive, lasciano mese per mese, molti soldi all’INPS. Basti pensare che un assegno familiare può valere tra 10 e 46 euro di pensione al mese. Ancora più importante potrebbe essere l’integrazione al minimo, quella che porta le pensioni più basse, ad essere più dignitose, cioè sopra i 500 euro o giù di lì.

Tutte le voci di cui parliamo, sono dei diritti che spettano ai pensionati, ma vengono definiti come inespressi, proprio perché mai richiesti.

Le cose più comuni da richiedere

In linea di massima, gli ammanchi appartengono a pensioni basse, ma non sono escluse dalla vicenda, pensionati con redditi che non possono essere considerati miseri.

Per esempio, gli assegni familiari possono valere circa 10 euro per redditi tra i 20.000 ed i 23.000 annui, oppure salire a quasi 50 euro per pensionati con redditi lordi fino a 13.000 euro annuali. Una pensione supplementare per coloro che hanno continuato a lavorare ed a versare contributi dopo la pensione è una delle richieste che i pensionati presentano di meno.

Le maggiorazioni sociali portano nelle tasche dei pensionati, cifre tra i 25 e gli 80 euro al mese a soggetti distinti nelle in due grandi fasce di età, cioè tra i 60 ed i 64 anni di età, oppure tra i 65 ed i 69 anni. Molti pensionati non sanno che superati i 70 anni, si può richiedere la maggiorazione sociale che può portare la pensione a 638,33 euro. Presentare una domanda di ricostituzione di pensione, rivendicando tutti i diritti che potrebbero essere applicati al proprio assegno potrebbe essere la soluzione più facile per non lasciare soldi alla previdenza. Questo, a maggior ragione se si pensa che essendo diritti già maturati, potrebbero dare luogo a cospicui arretrati a carico dell’INPS, che porterebbero discrete cifre nelle tasche dei pensionati.