Sono diverse le novità che sono contenute nel decreto attuativo Ape Social che è stato formato dal presidente del consiglio dei ministri Gentiloni. Il testo dovrà ora superare il vaglio del Consiglio di Stato prima di approdare in Gazzetta Ufficiale. Diverse sono inoltre le novità che sono contenute nell'attuale decreto rispetto alle basi che erano presenti nel testo originale. All'interno del decreto è presente un ulteriore vincolo che consta di tre anni e sette mesi dal raggiungimento dell'età per la pensione. In poche parole saranno gli stessi criteri dell'Ape Volontaria, di cui ancora si attende il decreto.

La differenza con quest'ultima è il fatto di non lavorare più quindi per la richiesta dell'Ape Social è necessaria la dimissione e la domanda di pensione. Inoltre, la differenza è che l’APE Sociale è a carico dello Stato e non va restituito dal lavoratore, mentre l’Ape volontario è una sorta di credito anticipato da un ente, che va restituito.

Ape social: requisiti, scadenze e novità

A chi spetta tale trattamento pensionistico? Potranno andare in pensione anticipata i nati fra il 1951 e il 1953 che abbiano maturato fra i 30 e i 36 anni di contributi a seconda dei casi. Dunque coloro che sono in possesso di 63 anni di età, assegno pari a 1.4 volte il minimo, avranno diritto all'Ape social. Essa spetta inoltre a coloro che matureranno il diritto alla pensione di vecchiaia entro massimo tre anni e sette mesi.

Possono richiedere l’Ape Social anche gli invalidi civili con una percentuale riconosciuta almeno al 74% e coloro che assistono un familiare stretto in gravi condizioni di salute. Il requisito contributivo cambia in base alle categorie. Occorrono 30 anni di contributi per i disoccupati in seguito a licenziamento o dimissioni per giusta causa che abbiano terminato da almeno 3 mesi di percepire la disoccupazione.

Occorrono 36 anni di contributi per coloro che svolgono mansioni gravose. Vi ricordiamo che da maggio sarà possibile accedere ad un servizio online dell'Inps dove si potrà calcolare l'Ape a cui si avrà diritto.

Come abbiamo detto, l'Ape social è un trattamento che è interamente a carico dello Stato e non prevede esborsi da parte dei cittadini e viene erogata dall'Istituto Previdenziale INPS.

Essa può raggiungere al massimo 1500 euro e il trattamento è riconosciuto per 12 mensilità. Al raggiungimento della pensione vera e propria o della pensione anticipata il lavoratore non dovrà restituire l’anticipo percepito fino al tetto di 1500 euro lordi. Se si supera la cifra si dovrà restituire quanto percepito in rate ventennali trattenute dalla pensione. Bisognerà fare domanda all’Inps tra il primo maggio prossimo e non oltre il 30 giugno. I pagamenti sono previsti tra settembre e dicembre. I lavoratori che potrebbero beneficiare dell'Ape sarebbero circa tra i 30 e i 35mila quest’anno e un poco meno nel 2018. La misura è finanziata quest’anno con 300 milioni che salgono a 609 l’anno prossimo.

Ulteriori dettagli verranno alla luce nei prossimi giorni.

I tempi sono stretti, quali sono i rischi?

Nonostante l’approvazione del decreto attuativo per Ape social quindi sono ancora molte titubanze e i dubbi. Molti sono anche i rischi visto che i tempi risultano molto stretti. In particolare ancora manca l'approvazione da parte del consiglio di stato ed inoltre la registrazione presso la Gazzetta Ufficiale. I tempi stringono anche perché mancano pochissimi giorni al primo maggio. In molti aspettano anche notizie sulla Quota 41 per i precoci. Per loro i tempi sono ancor più stretti e l'iter burocratico è uguale a quello dell'Ape Social. Rallentamenti anche per l'Ape volontaria. I nodi da sciogliere sono dunque ancora molti.