È andato in scena ieri un nuovo incontro tra governo e sindacati sulla fase 2 della riforma Pensioni. Si è trattato, così come gli altri, di un confronto positivo, a detta del ministro del Lavoro Poletti ma, nei fatti, non definitivo. Resta incerta la situazione dei decreti attuativi su Ape e quota 41, ancora fermi al palo. A tal proposito non si registrano passi in avanti significativi, nonostante tutto lasciasse credere, nelle settimane passate, che sarebbe stata soltanto questione di giorni. La data del 1° maggio, indicata come partenza dell'anticipo pensionistico e la "pensione anticipata" dei lavoratori precoci, si avvicina inesorabilmente.

E adesso lo spettro del rinvio non è più un tabù.

Novità per i lavori gravosi

Al termine del confronto tenutosi nella sede del Ministero del Lavoro, si è appresa la volontà da parte del governo di spalmare in sette anni i sei anni continuativi richiesti alle persone occupate in attività gravose, uno dei requisiti per accedere all'Ape social più discussi dalle sigle sindacali, che hanno dunque ottenuto una prima "vittoria" su questo fronte. Tale misura, hanno fatto sapere i sindacati, sarà inserita in un decreto legge che dovrebbe essere approvato, il condizionale in questo caso è d'obbligo, la prossima settimana. Roberto Ghiselli, in qualità di segretario confederale della Cgil, ha espresso il proprio parare positivo, sebbene abbia sottolineato come sia un "risultato parziale che non risolve il problema".

I sindacati, come ricorderete, chiedevano una franchigia di 12 mesi per chi svolgesse lavori gravosi. Maggiore preoccupazione è invece emersa in relazione alla mancata pubblicazione dei decreti attuativi sulle misure già citate in precedenza, vale a dire Ape e quota 41 per quei lavoratori precoci che rientrano nelle categorie dei beneficiari dell'Ape agevolata.

Il prossimo incontro

Oltre ai sindacati, nella serata di ieri ha preso parola anche Poletti. Il ministro ha annunciato che la prossima riunione con le sigle sindacali si terrà il 4 maggio. Una data importante, perché arriva 72 ore dopo il presunto "start" dell'anticipo pensionistico a 63 anni per i lavoratori italiani che intendono lasciare fino a 3 anni e 7 mesi prima il proprio posto di lavoro, andando cioè in pensione anticipatamente.

I sindacati si aspettano che i decreti attuativi vengano pubblicati quanto prima sulla Gazzetta Ufficiale, in modo da scongiurare qualsiasi ipotesi di rinvio. In merito all'incontro avuto ieri con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, il ministro Poletti ha precisato che si è fatto un discorso preliminare sulle pensioni dei giovani e le relative criticità, quali carriere discontinue e un ingresso tardivo nel mondo del lavoro. Dare risposte ai giovani lavoratori di oggi sul proprio futuro previdenziale sarà l'obiettivo principale della seconda fase del confronto con i sindacati.