Ci saranno ritardi per la partenza al 1° maggio 2017 della pensione anticipata Ape social e per quella relativa ai precoci che abbiano raggiunto la fatidica quota 41? È corsa del Governo Gentiloni, infatti, affinché i decreti attuativi delle Pensioni anticipate con Ape social, dei precoci con quota 41 e dell'anticipo pensionistico volontario possano essere approvati in tempo per far partire la riforma delle pensioni in tempo per l'inizio di maggio, ma i sindacati sono preoccupati dei tempi tecnici necessari per ottenere il parere sia del Consiglio di Stato che della Corte dei Conti e per i nodi ancora da sciogliere.

Pensione anticipata social 2017 e precoci quota 41: i nodi

Infatti, informa Il Mattino, in merito alle categorie di lavori faticosi (tra le quali gli edili, gli infermieri, le maestre d'asilo e gli operatori ecologici), necessari come requisiti della pensione anticipata social e per quella dei precoci con quota 41, il requisito dei 6 anni consecutivi di svolgimento dell'attività rispetto ai trentasei totali, andrebbe a penalizzare categorie di lavoratori che svolgono il proprio lavoro in settori caratterizzati da incertezza contrattuale e discontinuità lavorativa. Il Governo sarebbe pronto ad accettare di spalmare i sei anni in sette, ma non in otto come richiesto dai sindacati. Tuttavia, questa franchigia di un anno sui sei richiesti, essendo prevista dalla legge di Bilancio 2017, non potrà essere modificata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ma da un provvedimento che, molto probabilmente, verrà individuato nel decreto relativo agli enti locali.

In merito, invece, al requisito inerente al licenziamento saranno esclusi, invece, i lavoratori con contratti a termine. Il Governo non ha accolto le richieste dei sindacati per questi lavoratori svantaggiati.

Pensioni anticipate 2017 volontarie: slitta l'uscita del 1° Maggio?

Oltre alla pensione anticipata 2017 con Ape social e precoci quota 41, si prevedono slittamenti rispetto ad inizio di maggio delle pensioni anticipate volontarie, ovvero quelle sottoposte a rimborso del prestito pensionistico.

A fronte di un tasso di interesse del 2,75 per cento applicato dalle banche e di un taglio totale dell'assegno di pensione che dovrebbe essere del 29 o 30 per cento, sarà necessario attendere più tempo per formalizzare le convenzioni con le banche e con le assicurazioni per interessi e garanzia del rimborso da parte dei futuri pensionati.