L’Inps da qualche anno a questa parte, non invia più ai suoi pensionati il modello Obis-M, che altro non è che la busta paga della pensione. Si tratta dello scotto da pagare per via della virata tecnologica che l’Istituto di Previdenza Sociale Italiano sta adottando. Il modello di cui parliamo è l’unico che consente di verificare tutte le voci, sia attive che passive, che compongono la pensione di ogni singolo pensionato. L’unico modo per ottenerlo è tramite le credenziali di accesso ai servizi telematici, per coloro che li hanno, oppure rivolgendosi ad un patronato o ad un Caf.
Il mancato possesso di questa busta paga, probabilmente è uno dei motivi scatenanti del fenomeno dei diritti inespressi. Ecco perché è necessario controllare la propria pensione e capire i requisiti che danno diritto a tutte le prestazioni.
La Spi-CGIL continua la sua operazione
Lo scorso 9 maggio, sul portale TP24.it, sito di informazione generalista della Sicilia, un articolo in Home Page porta di nuovo all’attenzione la vicenda dei diritti inespressi. È la Cgil, con la sua branca dedicata ai pensionati, a tornare sull’argomento. Il noto sindacato, spinge i pensionati a controllare la loro pensione dal punto di vista degli importi, per verificare se quanto percepito è giusto o meno. Integrazione al trattamento minimo delle Pensioni, maggiorazioni sociali, importo aggiuntivo dell’assegno pensionistico, quattordicesima, prestazioni a favore degli invalidi civili, assegno al nucleo familiare, ecco tutte le prestazioni accessorie alla pensione che l’Inps non eroga automaticamente ma che vanno richieste.
Tutti i requisiti di tutte le prestazioni
La maggiorazione sociale è una forma particolare di incremento delle prestazioni, sia previdenziali che assistenziali è che spetta a economicamente svantaggiati una età di almeno 60 anni. prevista fino al 1988 solo per le pensioni minime, oggi la maggiorazione spetta a tutti i titolari di pensioni dirette, di reversibilità o quelle di inabilità.
L’importo mensile della maggiorazione è di € 25,83 per pensionati fino a 64 anni di età oppure di € 82,64 fino a 69 anni. Per gli ultrasettantenni invece, c’è l’incremento al milione per portare la pensione ad € 638,33. L’incremento massimo concesso comunque, non può superare € 136,44 per pensionati che non rientrano nella quattordicesima o 124,44 per chi invece la percepisce.
La maggiorazione spetta in quota ed in base al redito. Pertanto, per percepire gli importi interi, la soglia di reddito nel caso di pensionato singolo è di€ 6.524,57, che sale ad € 12349,48 per i coniugati. Anche la quattordicesima prima citata è un diritto che spetta solo su richiesta da parte del pensionato. Per pensionati con redditi annui fino 9.786,86, gli importi erogati di mensilità aggiuntiva sono € 437, 546 e 655, a seconda dei contributi versati durante la vita lavorativa, suddivisi in fasce, cioè fino a 15 anni, da 15 a 25 ed oltre 25. Per importi reddituali più elevati ed entro la soglia di € 13.049,15 e sempre a seconda della fascia di contribuzione versata, gli importi sono di € 336, 420 e 504.
La quattordicesima è erogata a soggetti a partire dai 64 anni di età compiuta. Un’altra prestazione è l’importo aggiuntivo erogato agli incapienti, quelli che non pagano le tasse e che non possono usufruire degli sgravi fiscali. L’importo è fissato in 154,94 euro ed è erogato a dicembre con la tredicesima. Per percepire l’importo aggiuntivo per intero, bisogna avere una pensione non superiore a € 501,89 ed un reddito complessivo non superiore a 9.786,86 euro. Si percepiscono inoltre, gli assegni familiari o del nucleo familiare, prestazioni per i pensionati con familiari a carico, che per esempio, per pensionati da lavoro autonomo valgono 10,21 euro al mese per familiare. Le tabelle ed i limiti di reddito vengono fissati ogni anno dall’Inps che sul proprio sito ufficiale le pubblica annualmente aggiornandone i valori.