Alcuni sindacati e patronati, qualche settimana fa hanno avviato una campagna informativa sui cosiddetti diritti inespressi. Il 30% delle Pensioni erogate dall’Inps agli italiani infatti, risulta essere di importo sbagliato e soprattutto, a sfavore dei pensionati. Questo perché mancano dal calcolo alcuni diritti quali possono essere gli assegni familiari, le maggiorazioni sociali, le integrazioni e la quattordicesima, tanto per citare alcune delle più comuni voci che compongono l’ammontare mensile di un assegno pensionistico. Ma oltre a queste, ci sono alcune maggiorazioni poco conosciute e che rientrano tra quei diritti che vengono considerati inespressi.
La pensione di reversibilità, quella che un coniuge lascia in percentuale, al superstite in caso di morte, per alcune tipologie di soggetti, da diritto ad una maggiorazione. Ecco di cosa si tratta e cosa possono fare i pensionati che godono della pensione di reversibilità.
Inabilità al lavoro
Il diritto inespresso è chiamato così perché, pur essendo spettante al pensionato, esso no viene elargito perché non è mai stato richiesto dal pensionato stesso. Anche l’integrazione della pensione di reversibilità è un diritto inespresso e va richiesto all’Inps. Trattasi di un diritto poco noto ma che è stato confermato dalla Corte di Cassazione come effettivamente spettante. L’integrazione tocca ai beneficiari dell’assegno di reversibilità che risultino anche invalidi o inabili al lavoro.
Necessario quindi risultare invalidi al 100%, percettori dell’assegno di accompagnamento. In alternativa, un inabile che non beneficia di accompagnamento o che non risulta invalido al 100%, potrà richiedere il certificato SS5 al proprio medico curante che con questo documento attesterà l’incapacità del richiedente a svolgere una qualsiasi attività lavorativa.
Sarà con l’inoltro all’Inps di questo documento che si potranno richiedere le maggiorazioni spettanti.
Importi
La maggiorazione prevista varia in base al reddito del richiedente. Fino a 27.899,67 euro, la maggiorazione mensile è di 52,91 euro, mentre per redditi superiori, fino a 31.296,62, il surplus scende a 19,59 euro. Oltre la soglia massima, la maggiorazione non spetta più.
In pratica, grazie a questo istituto della integrazione della pensione di reversibilità, molti italiani potrebbero recuperare oltre 600 euro di pensione in più per anno. Come per tutti i diritti inespressi, sempre che venga appurata l’inabilità al lavoro anche per gli anni precedenti, la richiesta può essere retroattiva. Il limite temporale per vantare il diritto è fissato in 5 anni, dopo i quali si entra nel campo della prescrizione. In linea di massima quindi, i pensionati nella prima fascia di reddito utile potrebbero riuscire a recuperare arretrati superiori ai 3.000 euro.