Le ultime notizie al 28 giugno 2017 sulle pensioni precoci riguardano tutti coloro che sfrutteranno il prepensionamento con la quota 41, a cui è impedito svolgere qualsiasi forma di attività lavorativa per un periodo per gli uomini pari ad un anno e 10 mesi dal momento del pensionamento e per le donne per un arco temporale di 10 mesi, pena la sospensione immediata della pensione e la restituzioni delle mensilità già ricevute. La norma per quanto possa apparire rigida è prevista dall’articolo 1, co. 214 della legge n. 232 del 2016 e deriva dalla stringente interpretazione che ne è stata data dall'Inps attraverso la Circolare 99/2017 illustrativa della misura Quota 41 in materia di pensioni anticipate.

I dettagli.

Pensioni anticipate e precoci: divieto di cumulo lavoro e pensione, pena esclusione dalla stessa

Dal 1 maggio 2017 i lavoratori precoci, ossia in possesso di almeno 12 mensilità di contributi versati, anche non continuativi, prima del compimento del 19esimo anno d'età e che rientrano in differenti categorie maggiormente disagiate:

  • caregivers di parenti di primo grado disabili conviventi da almeno 6 mesi,
  • invalidi al 74%,
  • addetti a mansioni gravose o lavori usuranti,
  • disoccupati senza alcun ammortizzatore sociale da almeno 3 mesi all'atto della domanda,

potranno optare per la pensione anticipata con quota 41, potendosi pensionare con un requisito di anzianità ridotto rispetto al precedente imposto a 42 anni e 10 mesi dalla Riforma Fornero, a patto che, come prevede però la legge 232/2016 non si lavori per il periodo corrispondente all'arco temporale necessario a raggiungere l'anzianità contributiva che si maturerebbe con i requisiti standard.

Vi è dunque il divieto di cumulo per il delta mancante tra i requisiti richiesti generalmente al momento della pensione anticipata e l'anzianità contributiva effettivamente maturata alla data della richiesta di prepensionamento.

Per fare un esempio se un lavoratore consegue la pensione con 41 anni di contributi non potrà lavorare per 1 anno e 10 mesi, se invece richiede la pensione anticipata a 41 anni e 10 mesi, dovrà attendere prima di lavorare altri 12 mesi.

Per una donna precoce stesso ragionamento basato però sui requisiti standard per genere femminile, ossia 41 anni e 10 mesi. Il ragionamento non tocca, invece, quanti accederanno all'APE sociale, che potranno cumulare invece un piccolo reddito da lavoro a quello pensionistico.

Pensioni, differenze tra APE social e Quota 41: per i primi il cumulo da lavoro è concesso

La norma particolarmente severa si aggiunge ai diversi paletti imposti ai lavoratori precoci per poter accedere alla pensione anticipata, e non vale per quanti optano per l'Ape social, questi lavoratori infatti possono cumulare l'indennità con redditi da lavoro dipendente o parasubordinato fino ad un massimo di 8 mila euro annui, che scendono, ma sono pur sempre meglio di nulla, per gli autonomi a 4.800. Per i precoci questo non è possibile e scatterebbe l'immediata sospensione della pensione fino a conclusione del periodo di tempo per il quale è stabilito il divieto di cumulo, il lavoratore andrebbe inoltre incontro alla resa dei ratei già percepiti.

Un divieto particolarmente stringente che impedisce al precoce che usufruirà della pensione con quota 41 di svolgere qualsiasi attività di lavoro sia in Italia quanto all’estero. Il divieto però non sarà per sempre ma solo per il perimetro temporale corrispondente alla differenza, appunto, tra l'anzianità contributiva per la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi e quella posseduta al momento della richiesta di prepensionamento con quota 41. Nonostante ciò sono già moltissime le domande pervenute all'Inps, un vero e proprio boom, oltre 30000, tra precoci e Ape social le istanze già contate, molte altre ne arriveranno fino al 15 luglio 2017. Poi toccherà all'Inps stabilire quanti avranno, in base anche alle risorse disponibili, davvero possibilità di accedere alla pensione anticipata.

Sebbene crediamo che i lavoratori precoci non abbiano più alcuna intenzione di lavorare, visto che hanno iniziato in giovanissima età, ci sembrava più che doveroso informare gli stessi del rischio di sospensione della quiescenza e della differenza di trattamento rispetto a coloro che ambiranno alla pensione anticipata con l'Ape sociale. Cosa ne pensate di tale differenziazione?