Le ultime novità sulla riforma pensioni 2017 al 18 luglio giungono da Cesare Damiano che si scaglia come un fiume in piena contro Tito Boeri, basta "valutazioni improvvisate" e finti allarmismi. Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera non le manda certo a dire al Presidente Inps che pare aver bocciato, come troppo costosa e rischiosa, la proposta che ha presentato insieme all'onorevole Sacconi di sospensione temporanea dell'aspettativa di vita.
Pensioni e adv, scontro acceso tra Damiano e Boeri
Secondo il Presidente dell'Inps, intervistato da Il Sole 24 Ore, bloccare gli adeguamenti dei requisiti di pensionamento dal 2021 porterebbe a delle ripercussioni sui conti pubblici e peserebbe con 141 miliardi di spesa in più.
Cesare Damiano, promotore dell'iniziativa con Sacconi, si dice basito da tali stime che, a suo dire, non corrispondono al vero. Inoltre sebbene siano state presentate oltre 66.000 domande per la pensione anticipata ancora molto resta da fare per i giovani e le donne, che hanno potuto usufruire solo in minima parte delle iniziative. Inoltre proseguire con l'innalzamento dell'età pensionabile vorrebbe dire fare un passo indietro rispetto all'appena concessa flessibilità in uscita. Cesare Damiano e Maurizio Sacconi sostengono, infatti, nel documento sottoposto al Governo per sospendere o rinviare un ulteriore aumento dell'età pensionabile, che il previsto innalzamento apparirebbe in oggettiva contraddizione rispetto all'entrata in vigore della Quota 41 per i precoci e dell'Ape sociale.
Il boom di domande registrato (ben oltre le 60.000 preventivate) conferma il bisogno per molti di evitare, dice Damiano, l'assenza di reddito da lavoro e pensione.
Pensioni anticipate, boom di domande, ma evidente differenza di genere
Anche i sindacati si sono mostrati soddisfatti dei dati Inps che dimostrano il successo della pensione anticipata ma ci tengono a precisare, specie Annamaria Furlan, che "solo il 23,18% delle domande è stato presentato dalle lavoratrici che, nelle intenzioni, dovevano essere in prima linea nel trarre i benefici della riforma".
Questo indica, come ha più volte sostenuto Damiano, che il lavoro è ancora in salita e che si dovrà fare molto soprattutto per le donne e per cercare di premiare il lavoro di cura che le ha tenute distanti dalla possibilità di avere carriere continuative. Una possibile soluzione ventilata pare sia l'accostamento dell'Ape sociale ad un abbassamento dei contributi necessari per accedervi, una sorta di 'sconto contributivo' per le donne maggiormente impegnate nel ruolo di care giver.
Per le lavoratrici iscritte al gruppo 'proroga opzione donna al 2018' non è questa la soluzione, andare a 63 anni sarebbe troppo penalizzante rispetto alla richiesta di estendere l'opzione donna al 2018. Le lavoratrici che sono riuscite ad optare per la legge sperimentale 243/2004 hanno potuto accedere liberamente alla quiescenza, seppur con una decurtazione considerevole dell'assegno, dall'età di 57/58 anni, a seconda se dipendenti o autonome, e con 35 anni di contributi. Questo quello a cui ambiscono le donne rimaste escluse per ora, una proroga dell'opzione donna e non l'ape donna social.
Pensioni 2017, su ADV sindacati pro Damiano e contro Boeri
Non è la prima volta che Cesare Damiano ha l'appoggio dei sindacati nelle sue proposte migliorative rispetto alla Riforma Fornero: ricordiamo ancora il successo del suo Ddl 857 che comprendeva anche la quota 41 per tutti i precoci senza se.
Sebbene la proposta non sia stata accolta dal Governo, il sollevare il problema dei precoci e gli incontri tra i lavoratori stessi ed i sindacati hanno certamente permesso almeno ad alcuni precoci di poter oggi uscire con la quota 41. Damiano trova dalla sua i sindacati anche sulla questione al centro del dibattito politico in questi giorni: ossia l'aspettativa di vita. Sia Ghiselli che Furlan si sono detti favorevoli ad un provvedimento per disinnescare il meccanismo dell'aspettativa di vita. Per Ghiselli “è necessario un confronto costruttivo” sulla Fase 2 delle Pensioni, che deve avere al centro due tematiche principali: le garanzie dei giovani di oggi, e il nodo dell’età d’uscita, con l’obiettivo di “sterilizzare” l’adeguamento all’ADV.
Boeri si è detto contrario ed ha preventivato la non tenuta dei conti. Per Damiano invece le valutazioni dovrebbero essere meno improvvisate, se l'adv è calata nel 2015 quanto meno, dice piccato, chi è favorevole all'innalzamento periodico, per coerenza, dovrebbe sostenere che l'operazione non si può fare quando l'adv diminuisce. Con buona pace dei 141 miliardi di spesa previsti dall’INPS per un obiettivo di blocco totale che nessuno ha mai chiesto”, conclude Damiano.