Prende sempre più corpo l’idea del riscatto della laurea gratuito. La proposta, avanzata in primo luogo dai sindacati e posta come uno dei pilastri della discussione sulla ‘fase due’ della riforma delle pensioni, è ora condivisa anche dal sottosegretario dell’Economia, Pierpaolo Baretta, che ne ha nuovamente parlato oggi all’assemblea della rappresentanza studentesca dei Giovani Democratici.

Il riscatto gratuito degli anni di laurea dovrebbe servire a consentire l’uscita anticipata dal lavoro ai giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro.

Riscatto della laurea gratuito: come funzionerà e chi sarà escluso

Il riscatto della laurea gratuito si rende necessario, secondo la proposta dei sindacati, per dare una pensione dignitosa ai giovani che iniziano a versare i contributi dopo il 31 dicembre 2015 e che avranno il loro assegno pensionistico calcolato, secondo quanto stabilito dalla legge Fornero, con il metodo contributivo, fortemente penalizzante rispetto a quelli retributivi e misto di cui beneficiano i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima di tale data.

Secondo l’ipotesi allo studio dei tecnici del Ministero dell’Economia e della Finanza, dovrebbero usufruire del riscatto gratuito degli anni di studio i giovani nati tra il 1980 e il 2000 che completeranno il ciclo di studi universitari nei tempi previsti, escludendo, quindi, i fuori corso.

Ed è proprio su questo ‘paletto’, contestato dai sindacati, che s’incentrerà la discussione.

Il governo studia i costi dell’operazione

La possibilità del riscatto gratuito della laurea non pare, infatti, in discussione. Rimangono da verificare i costi dell’operazione che, comunque, dovrebbero essere inferiori a quelli previsti dalle altre ipotesi che saranno portate al tavolo di confronto tra governo e sindacati, anche queste mirate a dare una pensione dignitosa a chi entrerà in ritardo nel mondo del lavoro e dovrà affrontare, più di quanto accaduto alle generazioni precedenti, carriere lavorative discontinue.

Queste le altre possibili iniziative:

  • Pensione di ‘garanzia’. Una specie di integrazione al minimo, a carico dello Stato, a favore di chi non riuscirà ad avere una pensione al di sopra di una certa soglia;
  • Versamento di contributi figurativi, sempre a carico dello Stato, a favore dei giovani che, all’inizio della carriera lavorativa, avranno contratti a tempo determinato.

Queste ipotesi, insieme a quella del riscatto gratuito della laurea, saranno tra gli argomenti del confronto sulla ‘fase due’ della riforma pensionistica in calendario per il prossimo 13 luglio tra governo e sindacati e del quale vi terremo aggiornati da queste pagine.