Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 29 luglio 2017 riguardano principalmente le richieste dei sindacati, in pressing sul Governo per cercare di estendere i diritti dei lavoratori nell'accesso alle misure di flessibilità previdenziale previste all'interno della legge di bilancio 2018. Vi è prima di tutto la questione dei lavoratori del comparto scolastico, per i quali l'Anief chiede un intervento di ampio respiro per ripensare la legislazione e creare delle regole su misura per i docenti. Resta poi ancora in discussione il tema dell'Adeguamento all'aspettativa di vita, con il tentativo di sterilizzare l'incremento automatico dei requisiti previsto nel 2019.

Infine, prosegue anche la discussione sulle misure che si dovranno avviare a partire da settembre, quando ripartirà il confronto tra Governo e Parti sociali. Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Riforma previdenziale: l'Anief chiede un intervento su misura per i docenti

L'ultima rivendicazione sindacale del comparto scolastico avanzata dall'Anief prende spunto da due ricerche recenti, con le quali si dimostrano le difficoltà dei docenti nello svolgimento del proprio lavoro ed il rischio di burnout al quale sono sottoposti. Purtroppo al momento manca ancora "una legislazione ad hoc per le pensioni dei docenti", ha ricordato il Presidente Anief Marcello Pacifico.

Le uniche ad essere state oggetto di nuove tutele con l'ultima riforma sono le maestre d'asilo attraverso l'APE sociale, ma nella categoria si scontano ancora mancati rinnovi di contratto e salari erosi dall'inflazione. In questo senso, l'APE volontaria non può rappresentare una soluzione per via del taglio sulla futura mensilità, a causa del prestito contratto per ottenerla.

Aspettativa di vita: mancano le rassicurazioni del Governo

Resta altrettanto delicata anche la vicenda dell'adeguamento automatico all'aspettativa di vita. Secondo la Segretaria Generale della Cgil Susanna Camusso, dall'incontro con il Governo "le cose sentite non ci sono sembrate rassicurati" mentre "il tema è rilevante perché l'automatismo determinerebbe aumenti insopportabili dell'età".

A tal proposito, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha spiegato di voler attendere l'arrivo dei dati Istat il prossimo autunno, ma resta comunque il fatto che per le parti sociali un eventuale aumento dell'età di uscita fio a 67 anni nel 2019 resta uno scenario inaccettabile.

Pressing sul confronto tra Governo e sindacati di settembre

Per il resto la ripresa dei lavori del prossimo settembre dovrà riuscire a trovare la quadra tra le istanze di flessibilità in arrivo dai lavoratori e la necessità di trovare adeguate risorse di copertura nella prossima legge di bilancio 2018. In tal senso, saranno decisivi gli incontri programmati nei primi dieci giorni di settembre. Ricordiamo che le richieste di intervento sono numerose, dall'avvio dell'APE donna alla pensione di garanzia per i giovani, fino all'adeguamento delle pensioni in essere all'inflazione ed al rilancio della previdenza integrativa.

Sul piatto vi sono anche le richieste di estensione dell'APE sociale e della quota 41, a partire dal finanziamento delle domande in eccesso già ricevute. Vi è poi da considerare la questione dei tempi ristretti, tanto che la stessa Camusso parla di "calendario impegnativo, dopo i ritardi e gli sfilacciamenti dovuti all'avvio dell'APE sociale".

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