Continua ad essere il tema della riforma Pensioni 2017 l'argomento più gettonato dell'ultimo periodo e che suscita le maggiori polemiche e discussioni. E ciò soprattutto in merito ad Ape social e Quota 41, i due nuovi strumenti introdotti dal Governo per la pensione anticipata di determinate categorie di lavoratori e su cui ha espresso buone parole anche Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera. Quella che è appena iniziata, infatti, è l'ultima settimana a disposizione per poter produrre le domande di verifica delle condizioni per poter accedere ad una delle due prestazioni.
Come riportato da Pensionioggi.it, e come ben noto da molto, c'è tempo fino al 15 luglio per produrre domanda all'Inps.
Riforma pensioni: ecco entro quando è possibile fare domanda di Ape social o Quota 41
Allo scorso 6 luglio erano oltre 50.000 le istanze prodotte e inviate riguardanti l'Ape social e senza dubbio questo numero continuerà ad aumentare fino all'ultimo giorno. Dal momento in cui la possibilità di invio della domanda cesserà, l'Inps avrà il compito, tra agosto e il 15 ottobre 2017, di comunicare l'accoglimento o l'eventuale rigetto della domanda di ciascun lavoratore in considerazione dei requisiti richiesti per l'accesso. Ricordiamo, invece, che dall'anno prossimo le domande potranno essere prodotte dall'1 gennaio al 31 marzo (1 marzo per i lavoratori precoci) e l'Inps farà il proprio lavoro entro il 30 giugno.
Riforma pensioni: 15 luglio non è termine perentorio
Va detto, però, che il termine di scadenza fissato al 15 luglio non è proprio perentorio: all'interno dei DPCM, infatti, è stabilito che i lavoratori interessati ad Ape social o a Quota 41 possono fare domanda entro il 30 novembre di ogni anno (negli anni 2017 e 2018 per l'Ape, anche nei successi anni per i lavoratori precoci).
In questo caso, però, la domanda verrà accettata soltanto se le risorse a disposizione risulteranno ancora a disposizione. Ma visto il grande successo che la pensione anticipata sta riscuotendo attraverso i due strumenti introdotti nella fase 1 della riforma delle pensioni, non conviene proprio aspettare oltre il termine fissato al 15 luglio.
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